Nessuno è immune
In teatro The Kindly Ones di Guy Cassiers
Acclamato dal pubblico del Teatro Argentina, Guy Cassiers ha presentato The Kindly Ones la nuova produzione realizzata con il suo gruppo Toneelhuis di Anversa e con il Toneelgroep di Amsterdam. Ispirato al controverso e pluripremiato testo letterario Le Benevole di Jonathan Littell, lo spettacolo porta in scena il dramma dell’Olocausto attraverso la testimonianza di Maximilien Aue, ufficiale delle SS, omosessuale e convinto nazionalsocialista, con il mandato di sterminare gli Ebrei. Il punto di vista è quello del carnefice, non della vittima.
Roma – La trasposizione teatrale del romanzo per il regista diventa lo spunto per affrontare il tema del rapporto tra il potere e le trasformazioni politiche, ideologiche e sociali, che negli anni trenta portarono all’avvento del nazismo e, attualmente, portano ad altre forme di intolleranza e di violenza.
«Credo che oggi il teatro abbia il ruolo fondamentale di smascherare i meccanismi linguistici d’esclusione e violenza, per tentare di fondare un nuovo linguaggio – dichiara Guy Cassiers – noto un costante inasprimento del discorso politico in Europa su varie tematiche, il radicalismo e l’estremismo sponsorizzati dai social media stanno mutando la nostra percezione della realtà».
Considerato uno dei registi più originali della scena mondiale, il suo linguaggio teatrale convoglia le sue principali passioni: l’estetica e la letteratura da una parte e l’impegno politico dall’altra. Il lavoro di ricerca teatrale di Cassiers include sempre la storia e la politica, che non vengono mai messi in scena in forma di realismo.
Nato nel 1960 ad Anversa, Guy Cassiers si è formato all’Accademia d’Arte e per lui la forma grafica e la visione rappresentano il primo approccio con il linguaggio artistico. Anche in questo allestimento l’uso della tecnologia conferisce alla multivisione un ruolo drammaturgico importante: dalla combinazione di immagini allucinatorie e musica si entra nel vissuto interiore del protagonista, Maximilien Aue. I suoi incubi, i suoi dubbi, la sua animalità, la sua anima oppressa e spaventata dalle mostruosità commesse. Aue, interpretato magistralmente dall’attore Hans Kesting, ammonisce il pubblico di non credersi migliore, perché sono come lui, e racconta come tanto orrore sia potuto accadere. L’adattamento scenico ha dovuto imporre molti tagli al libro ed è focalizzato nel contesto del Terzo Reich e sui discorsi di politica nazista.
Scenario notturno, il palcoscenico si presenta scuro e spazioso, un muro di armadietti di metallo delimita il fondale e un binario frontale separa il mondo dell’istinto dal mondo della consapevolezza. Un racconto di parole e simboli, razionalità e astrazione. Di forte impatto è la scena in cui decine di sportelli di metallo sbattono all’impazzata, annunciando la crisi del regime e di grande tensione quella in cui le scarpe degli Ebrei si sollevano in aria, come pesci in una rete formata di fili rossi, il colore del sangue versato nello sterminio. E di nuovo rossa e drammatica la luce che illumina Aue nei suoi flussi di coscienza.
Nello spettacolo sono assenti le svastiche naziste, condizione imposta dallo scrittore al regista per evitare riferimenti reali e per destoricizzare un dramma che potrebbe ripresentarsi in altri luoghi e in altre epoche. Littell parla del Terzo Reich come di un’era della storia tedesca in cui cittadini ordinari, gente comune, affascinati e sedotti dai discorsi politici sulla razza, la ricchezza, i diritti civili, si ritrovarono a commettere gravi omicidi e a giustificare gli ordini nazisti e, anche dove avrebbero potuto agire diversamente, per paura e superficialità non si sono opposti.
Cassiers ritiene di vivere in un periodo storico controverso, in una società complessa, con molte variabili e un approccio spesso privo di umanità in tante circostanze. The Kindly Ones (in italiano Le Benevole, riferimento alle Furie delle tragedie di Eschilo) è un invito per la gente ad una riflessione critica sul nostro tempo.★