Nel centenario della nascita
ritorna Luis Mariano
la leggenda dei Paesi Baschi
Una serie di celebrazioni organizzate in suo onore
Il grande cantante di operette chiamato Il Tenorino, divenuto celebre con le canzonette, e anche come attore di cinema, era nato il 13 agosto del 1914. Era spagnolo ma aveva scelto la Francia, e il delizioso paese di Arcangues dove si era stabilito e dove adesso riposa, sui Pirenei atlantici, vicino a Biarritz, lo ricorda con grande affetto e devozione. La sua fu una vita avventurosa e di successo, e i francesi cantano ancora oggi le sue famose canzoni.
ARCANGUES (Francia) – Il paese si è allegramente vestito a festa. Le casette bianche dalle persiane blu hanno fiori e bandiere ai davanzali. In piazza sono arrivate le giostre, nelle pentole dell’osteria cuociono grosse lumache in un buon profumo d’aglio, e sugli spiedi all’aperto i giovani agnelli colano lentamente i loro teneri umori.
Le partite di pelota basca, che si giocano su un campo montato proprio dentro l’osteria, e protetto dalle reti come un pollaio perché le palle non finiscano nel brodo, sono interminabili. Poi la sera si suona, si canta e si balla. La belle de Cadix, naturalmente, per cominciare, e poi C’est magnifique, L’amour est un bouquet de violettes, Ole Torero, Fandango du Pays-basque, C’est le plus joli pays du monde, e La plus belle du monde, che fece furore anche in Italia.
Anche sulla sua tomba, nel minuscolo cimitero del paese, ci sono fiori di tutti i colori. Glieli portano freschi ogni giorno. Sempre. Mica solo oggi che è il suo compleanno. Compie cent’anni giusti Luis Mariano (Marianò, alla francese, si deve dire), il più celebre cantante d’operetta (ma non solo) del Novecento, uno dei più famosi al mondo nei formidabili anni Cinquanta. Per questo hanno organizzato una serie di celebrazioni nel centenario della sua nascita.
«Mariano, la legende Basque», titolano le edizioni speciali dei giornali. Ce n’è una, bellissima, in vendita a soli tre euro in un negozietto insieme ai suoi dischi, ai suoi manifesti, alle sue foto, che racconta con dovizia di particolari la sua formidabile carriera e la sua vita funambolica.
Luis Mariano, che in realtà all’anagrafe si chiamava Mariano Eusebio Gonzalez Garcia, era basco infatti, ma non era francese. Era nato in Spagna, a Irun, il 13 agosto del 1914, ma ben presto, durante la guerra civile spagnola, si rifugiò in Francia con la famiglia, e in Francia restò tutta la vita. Cantò le sue canzoni quasi tutte in francese, e si stabilì qui ad Arcangues, uno dei più bei villaggi dei paesi baschi, cinque chilometri dalle spiagge incantate di Biarritz, in una villa che fece costruire secondo il suo gusto molto personale, barocco e ridondante (aveva studiato belle arti all’accademia di Bordeaux), e dove abitò fino alla morte, che lo colse di sorpresa, appena cinquantaseienne, a Parigi, il 14 luglio del 1970, per una epatite virale mal curata.
Fu un personaggio singolare Marianò. Kitsch e bizzarro, ma dai modi semplici. Singolare anche come cantante. Aveva una limpida voce tenorile, di un timbro troppo lirico per un cantante di canzonette (tipo Claudio Villa, tipo Al Bano, per capirci), ma troppo poco lirico per un vero cantante d’opera. Non a caso lo chiamavano il tenorino: una «voz», dicevano, che «no tiene comparaciòn en el mundo». Fece comunque di tutto: opere, operette, commedie musicali e canzonette. E furono queste ultime – che in Francia si cantano ancora adesso – a dargli la fama. Una fama eterna.
Arrivato al successo nel 1945 con quello che rimane il suo manifesto, La belle de Cadix, fece anche l’attore. Cantando spesso anche nei film. Ne girò una ventina, molti di successo, il più celebre di tutti fu Andalousie. In Saluti e baci, del ’53, arrivò persino a interpretare sé stesso.
Riscoprirlo adesso, nel centenario della nascita – ed è una riscoperta molto piacevole – è anche l’occasione per andare alla scoperta di questa perla nascosta, e poco conosciuta, di Arcangues, un paesino basco di 3.212 anime che si trova in Francia, nel dipartimento dei Pirenei atlantici, in una regione chiamata Aquitania. Un paesino che ha lo charme «d’un decor d’opérette», la chiesa, la scuola, il municipio, un pugno di casette come quelle delle favole, un castello ancora abitato, come da secoli, dalla famiglia dei Marchesi di Arcangues. Terra quieta, verde, antica. Invitante. E vera di storia, di cultura e di sapori, dov’è un piacere scoprire che l’arte di vivere dei Paesi Baschi non è solo una leggenda.
Della leggenda di Marianò si può invece sapere qualcosa di più abbeverandosi al sito ufficiale del cantante d’operetta, curato con devozione da Patchi Lacan, che fu suo autista e complice, come si definisce. Ha sempre rigettato, Patchi, la qualifica di «amante del tenorino» che le cronache mondane del tempo gli attribuivano. Marianò non ha infatti mai ammesso pubblicamente la propria omosessualità. In fondo che importa, l’amore mica guarda a questi dettagli. L’amour est un bouquet de violettes.