Né dio né stato né legge
e vive meglio di me

Intorno alle smanie per la moderna villeggiatura

Sto per preparare il bagaglio per una prossima vacanza e mi accorgo che non potrò fare a meno di pc portatile, wi-fi mobile, fotocamera digitale, videocamera, cavalletto da viaggio, smartphone, auricolare, telefono di scorta, auricolare di scorta, lettore mp3, cuffie piccole, cuffie grandi (si sente meglio). Con i relativi caricabatterie la borsa è quasi piena. Sensazione di disagio.

Mi immagino in vacanza mentre utilizzo cotanta tecnologia, lottando tra fili che si ingarbugliano e batterie subito scariche. Incrocio lo sguardo di Boo, cagna di casa spaparanzata sulla cuccia 1, quella della zona giorno, e il disagio aumenta. Boo non usa la tecnologia ma vive meglio di me. Certo Boo non potrà fare foto memorabili da condividere nella rete, tra milioni di imbecilli che pubblicano immagini inutili o assurde, incluse le proprie palle. Non potrà provare il libidinoso piacere di ricevere un like o un benevolo commento sulla propria pagina personale.

A ben vedere nemmeno io, considerata la mia assenza da socials di ogni tipo. Svuoto la borsa dell’inutile tecno-cianfrusaglia rimpiazzando il tutto con un binocolo e un blocco note. Lo smartphone sarà più che sufficiente. Ora penso al volo aereo e mi torna alla mente quando, da ragazzo, viaggiare era emozionante. Salire su un aereo era già una festa, accuditi da personale gentile tra passeggeri educati.

È diventato uno sfinimento, tenuti a bada da personale irritabile tra passeggeri maleducati. Trasbordati come pacchi voliamo low cost in luoghi preconfezionati per i nuovi gitanti, tra partenze e arrivi surreali nel cuore della notte in aeroporti di provincia. Penso ancora agli animali: prima dell’uomo demens-demens (databile dallo sviluppo dell’agricoltura e della pastorizia), se ne stavano da papi, dove stavano. Qualche spostamento, un paio di migrazioni, ma niente di più.

Noi no, sempre in giro per il mondo a rompere i maroni. Prima soldati ed esploratori, adesso miliardi di turisti low cost. Su inquinanti macchine volanti… Ma che modo di vedere il mondo è quello di oggi? Otto giorni sette notti all included nel villaggio? Week end a New York, o Londra, Parigi, o Venezia? Non so cosa sia ma non è viaggiare. A conti fatti potrei starmene a casa pure io. Tra tanti uomini-pacco low cost, magari non notano la differenza. Potrei sembrare un turista eppure mi sento differente, mi sento un viaggiatore, nel mio piccolo.. E mi viene alla mente Paul Theroux quando scrive: «I turisti non sanno dove sono stati. Il viaggiatore non sa dove sta andando».

Prendo dall’armadio in camera da letto alcuni capi di vestiario da mettere in borsa sotto lo sguardo attento (si fa per dire in quanto la povera Boo è quasi cieca) della cagnolina, ora distesa nella cuccia 2, quella della zona notte. Scorgo una t-shirt comprata in Egitto, alcuni anni fa. Penso alle religioni e alle atroci esecuzioni di una banda di psicopatici intrisi di religioso fondamentalismo.

Rivolgo lo sguardo al cane: non ha dio, né stato, né legge e vive meglio di me. La natura ha la sua quotidiana violenza ma non è mai inutile. Il lato tragico della natura, in uno stato di natura contribuisce a mantenerne la stupefacente armonia. Un tempo condivisa con noi umani.

Infilo nello zainetto due pacchetti di cracker zeppi di grassi che per quanto definiti vegetali, nuocciono alla salute. Fare la spesa al supermercato è diventata una corsa a ostacoli. Allettati da ruffiani packaging e praticità d’uso ci vengono imposti alimenti industriali che il nostro fisico, non adattato, non sa riconoscere, ammalandosi. Siamo giunti a una fase in cui leggere le etichette degli ingredienti può salvarci la vita.

Penso a quando l’homo demens-demens sarà estinto: vinto da guerre, fame, inquinamento, effetto serra, grassi vegetali e mucca pazza. O forse solo dalla sua arroganza. Incrocio lo sguardo di Boo che sembra ridere. La bacio sul naso e chiudo la valigia.

Manuale iconologico per scatti idioti ad uso del turista…

Né dio né stato né legge e vive meglio di me