Meno 9794

dal diario del Signor …

È normale osservare un cambiamento nelle persone che mi circondano. Immediatamente ho scoperto che sia il loro comportamento a modificare rispetto al mio. La malattia nel mio caso non lascia terribili segni sul mio corpo.

C’è il dolore, costante, la perdita di peso e le altre amenità che coinvolgono la cura. Forse unico sintomo quella stanchezza che lentamente si è impossessata di me, ma troppo piano, troppo facilmente si è insinuata per accorgersene. Mesi prima il mio cielo era limpido, il sole caldo ed ora invece una coltre di nubi rende l’ombra e la luce egualmente fredde e prive di tepore.

Impossibile definire un attimo preciso in cui il sole si è affievolito, le nuvole sono arrivate a strappi: alcune volte allontanandosi velocemente mentre in altre occasioni sono restate, su di uno angolo di cielo coprendolo per sempre. È una morte dolce simile al congelamento ove il sonno precede lo spegnersi uno ad uno degli organi fondamentali alla vita. Le medicazioni cercano di ribellarsi a questa inedia, stimolano con il dolore e la rapida rigenerazione dei tessuti in un frenetico educare a bastone e carota il corpo alla rivoluzione.

Percepisco più la cura della malattia e questo è difficile da comprendere. Un giorno posso stare bene, un altro richiudermi nel silenzio e non riuscire ad ascoltare alcuna voce. Le persone viaggiano da lontano per venirmi a trovare ed io temo sempre che il loro prezioso tempo possa venir sprecato. Da questa settimana una ragazza è venuta attraverso mezzo mondo, abbandonandolo temporaneamente, per starmi accanto.

Vedo nel suo sguardo ogni mattina la fremente paura che sia una brutta giornata. Lei si alza prima, prepara un caffè e lavora in attesa che io mi alzi. Bevo il caffè a letto. Forse è proprio la devozione che ha migliorato la mia condizione. Trovarsi al centro di una rete di amici, conoscenze ed affetti creati intorno ad una tragedia costringe il protagonista … ad interpretare una parte che dia soddisfazione e felicità agli spettatori.

Potrebbe venire interpretato come un peso insostenibile, ma la mia personalità non ha mai contenuto semi di odio così forti da voler contemplare la sofferenza meo nomine. Tante volte sono stato spettatore di devozione, affetto verso gli altri che sia per successi quanto tragedie; è l’atteggiamento che preferisco rispetto a tutti gli altri, la generosità ripaga ma rende ignoranti sul come riceverla. Esserne causa e non effetto può significare l’esplorazione di un nuovo contesto umano da quale apprendere concetti che forse ho tralasciato per tutta la vita.

Quando avrò terminato questo testo il 28 marzo alle ore 14, sono già passate 1006 ore. Mi restano 9794 ore. ★

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