A Lugano
un nuovo progetto
per l’arte
Più che un museo: un territorio da vivere
Nato come luogo di condivisione fra le diverse discipline artistiche il LAC testimonia sin dalla sua configurazione architettonica la vocazione di dialogo tra Arte, Teatro, Musica aperto alla collettività. Firmato dall’architetto Ivano Gianola – esponente della scuola Ticinese – il LAC è un territorio da vivere. Il volume (180.000 metri cubi) comprende un’innovativa sala teatrale e concertistica assieme a diverse sale polifunzionali per eventi artistici e non. L’intera area è pari a 29.000 metri quadrati comprendenti l’ex convento e l’importante Chiesa di Santa Maria degli Angioli che contiene il celebre ciclo d’affreschi di Bernardino Luini e il convento francescano con il chiostro.
Lugano – Il nuovo museo della Svizzera italiana, il LAC, apre con una grande esposizione inaugurale dal titolo: Orizzonte Nord Sud. Protagonisti dell’arte europea ai due versanti delle Alpi 1840-1960. La mostra racconta un secolo di pittura e scultura tra la Svizzera e l’Italia. La prima sezione delinea la presenza di Arnold Bocklin assieme a Giorgio de Chirico uniti da un immaginario classico, denso di paesaggi e di figure di dei ed eroi. Accostamenti di dipinti che vedono rappresentate idee fantastiche assieme a scene enigmatiche. De Chirico guarda Bocklin un’occasione straordinaria per conoscere la pittura dechirichiana prima dell’onda metafisica e, al tempo lo stesso Bocklin simbolo di pittura irrazionale come da interpretazione del filosofo tedesco Nietzsche. Questa mostra è attenta all’analisi fra il crocevia di luoghi, di due culture; Lugano il Ticino, l’Italia un nutrito immaginario di idee e di vocazioni che guarda al Nord e a Sud, tutto ciò che esiste oltre le Alpi e le altre configurazioni geografiche.
Il percorso della mostra prosegue con un’altra coppia d’artisti: Ferdinad Hodler e Adolfo Wildt. Il primo svizzero, pittore raffinato e denso di simbologie e metafore tutte da decifrare; scultore il secondo che mira a deformare i volti dalle grandi dimensioni. Altro pittore accostato a questi ultimi è Giuseppe Segantini con le sue tele aventi per protagonista il paesaggio dell’Engandina, abbinato con i volti di Medardo Rosso cere plastiche scultoree dal color rosso porpora.
Sezione dopo sezione si attraversano altri confronti: quello tra Felice Casorati con Felix Vallotton; il Futurismo con Giacomo Balla, Fortunato Depero con la sezione dei Balli Plastici (nati dalla penna dello scrittore Gilbert Clavel) assieme alle marionette coloratissime create da Sophie Tauber-Arp per il Re Cervo di Carlo Gozzi. Ed ancora, il confronto di Giorgio Morandi assieme a Lucio Fontana, la ricerca ossessiva dello spazio dell’oggetto nel primo Vaso, Bottiglia — metafora con quello spaziale d’altra dimensione del secondo: superfici di tela, di zinco, di rame ossessivamente tagliati, scalfiti dai celebri Tagli. Tutto sembra senza tempo, la sospensione è infinita, il confronto tra le rovine di Gian Battista Piranesi accostate ai paesaggi incantati e bellissimi Caspar Wolf ci inducono alla riflessione sul tema mentre, la visione delle superfici impalpabili di William Turner ci accompagnano verso un altro artista svizzero, Paul Klee, e le sue ricerche sui giochi della luce, sull’infinita possibilità d’esternarle attraverso l’uso sapiente del colore tecnica ad acquerello. Infine con l’ultima sezione si arriva all’opera di Alberto Giacometti: una grande scultura posta nel centro dello spazio della sala – studiata completamente tutta a vetrate – con lo sfondo infinito del paesaggio del Lago di Lugano.
Altre mostre sono visibili nell’ambito del LAC. Nel piano interrato la rassegna “Solid light works” l’ interessantissima personale dell’artista britannico Antony McCall. Video e giochi d’ombra in uno spazio completamente buio (dove all’inizio si teme di accedervi) ma poi, piano piano si viene avvolti da una sorta di nebbia bianca, impalpabile nella quale immergersi. Le sensazioni sono molto positive. Cinque video-proiettori tracciano nell’area fasci di luce disegnando coni fluorescenti bianchi. Un gioco davvero divertente dove stimolare percezioni e riflettere sul tema del tempo nel movimento che fa scorrere le cose. Le spettatore al centro dell’opera questo l’interesse primario di McCallan che fin dagli anni’70 studia Spazi, Luci e Volumi per mostre ricche «d’esperienze fisiche e sensoriali».
Giulio Paolini invece è al centro di un’altra rassegna dal titolo Il Teatro nel Teatro. Artista concettuale Paolini costruisce scenografie sovrapposte dove la verità e l’immagine viaggiano parallele. Artista-filosofo Paolini è inserito in uno spazio espositivo – aperto da tre anni – dove ha sede la Collezione Olgiati, ora inglobata con il nuovo LAC con opere da Boetti, Burri a Pistoletto e tanti altri protagonisti dell’arte del ‘900.★
LAC Museo della Svizzera Italiana
Lugano Riva Albertoli, Palazzo Civico
Orari:10.30-18.30 giovedì-venerdì e sabato 10.30-20.lunedì chiuso.