Le finestre incantate
dei baroni rampanti

Una cascata di emozioni pure

Affascina e ammalia «Baron Perchés», il nuovo spettacolo di Mathurin Bolze, uno degli interpreti più significativi del circo contemporaneo, in scena alle Fonderie Limone di Moncalieri nell’ambito del Festival di danza contemporanea di Torino diretto con mano sempre felice dal raffinato genio di Gigi Cristoforetti. Una favola moderna sospesa fra acrobazia, danza e teatro, tratta dal romanzo di Italo Calvino «Il barone rampante» e ben dosata in un cocktail di atmosfere acrobatiche, grazia e poesia.

TORINO – Due giovani uomini vivono in una casa che sembra una casa ma non è una vera casa. Ci sono le finestre, i tavoli, il letto, i soprammobili, le stoviglie, i fiori, persino una radio. C’è anche il pavimento, ovviamente. Ma è un pavimento che non è un pavimento. E’ un tappeto elastico. Ecco il trucco. Il trucco che trasforma un acrobata da circo, un trampolinista appunto, in qualcosa di diverso.

Un corpo senza gravità, un ballerino che danza leggero nell’aria, anzi due, che volano da una finestra all’altra, e poi su fino al tetto, fuori e sopra la casa, inventando qualcosa che va oltre, che spacca i generi, che contamina, che non ha più un nome, perché è un cocktail di acrobazia, danza e teatro che fonde sicurezza aerea, poesia e grazia. Un qualcosa di sorprendentemente strano e di terribilmente affascinante.

Lo spettacolo è “Baron Perchés”, in scena alle Fonderie Limone di Moncalieri nell’ambito del Festival di danza contemporanea, uno dei migliori d’Europa, diretto con mano sempre felice dalla raffinata genialità di Gigi Cristoforetti, e ideato da Mathurin Bolze, uno degli interpreti più significativi del circo contemporaneo. Ispirato (molto liberamente) al celebre libro“Il Barone Rampante” di Italo Calvino, che racconta la scelta curiosa di Cosimo, il protagonista del romanzo, di andare a vivere su un albero, questo nuovo spettacolo è il seguito ideale di “Fenetres”, che ne ricalca lo stile, la prima produzione di Bolze, riproposta quest’anno a Torino dal suo più giovane allievo Karim Messaoudi, che rivaleggia in agilità ma non lo eguaglia in eleganza.

Il talento dei due acrobati, la prima cosa che balza agli occhi, è straordinario. La padronanza del corpo è assoluta e lo sforzo è reso invisibile trasformando la materia in astrazione poetica per far emergere il movimento nella sua purezza originaria. L’abilità maschera la tecnica, rende leggero e sospeso ogni movimento, possibile l’immaginabile. Come in “Fenetres” ritroviamo l’acrobata nella casa sull’albero con le finestre. Ma non è più solo. Con lui c’è qualcuno che è un sé stesso più vecchio ma anche più giovane. “E le domande si moltiplicano –spiega Cristoforetti- com’è possibile che riesca a vedere il suo passato dall’esterno? E’ un’ombra di sé stesso, un alter ego immaginario o è solo il frutto di un sogno o magari di un incubo?”.

Potrebbe anche essere la proiezione di un desiderio o di un fantasma burlone. O forse ha inventato un amico immaginario per sentirsi meno solo. Oppure la vita sull’albero lo sta facendo impazzire e sta basculando, lui come la casa, lentamente verso la follia. Forse ha un fratello che prima non si era manifestato. Il dubbio genera il dubbio, instilla semi di angoscia e amplifica la curiosità. La casa diventa una gabbia reale e concreta in cui l’incredulità è sospesa, come la gravità che non esiste più. Tutto è immerso in una bolla di incanto e meraviglia, fra il tempo che passa, la solitudine che rende insicuri, e il desiderio di confrontarsi.

Così le acrobazie diventano quasi levitazione, perché il pavimento elastico all’interno del piccolo spazio vitale della casetta sull’albero è un trampolino che sospende gesti e azioni ma soprattutto sospende il giudizio, il buon senso e i luoghi comuni, congelando la bellezza e la sorpresa in emozioni pure, indimenticabili.

LA PAGELLA

“Baron Perchés” di Mathurin Bolze. Voto: 8

www.torinodanzafestival.it

Un momento di "Baron perchés" di Mathurin Bolze (fonte: www…

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