Le fanciullette e l’uomo buono
Non puoi sembrare una troia. Ma neanche una ragazzina, capito? Ti devi mettere un cappotto blu e un pantalone chiaro. Oppure un pantalone scuro e un cappotto scuro. E datti un’aria intellettuale, tieni in mano dei giornali, comprati la Gazzetta, il Sole 24 Ore, Repubblica. Poi devi avere pazienza, molta pazienza. Con «quello», lo sai quando entri e non sai quando esci.
Giampi Tarantini, quel simpaticone tuttofare che secondo i magistrati pugliesi aveva organizzato nientemeno che un’associazione per delinquere (sempre esagerati questi giudici), allo scopo di reclutare in Italia e all’estero quantità industriali di giovani, procaci e disponibili ragazzotte, alle quali affidare il delicatissimo compito di intrattenere piacevolmente nelle sue lunghe serate domestiche quel diavoletto tentatore mai sazio di Papi Silvio Berlusconi, istruiva così le sue pollastrelle, secondo le intercettazioni depositate al processo di Bari per le escort.
Lui (il Papi, s’intende) avrà anche avuto una fissa. No, non alludiamo alla gnocca, quella ça va sans dire. Ci riferiamo alla persecuzione dei magistrati nei suoi confronti. Quella è altrettanto evidente. Ma insomma, il povero Papi ha proprio ragione. Come si fa a pensare che dopo averne comperato il corpo, adesso comperi anche il silenzio di quelle benedette ragazze?
Con quale malignità, per non chiamarla cattiveria, può immaginare un complotto del genere il sulfureo (e sicuramente comunista) pubblico ministero barese Ciro De Angelillis, quando in aula è sbottato urlando «questa testimonianza è falsa», davanti alle parole — un tantino imbarazzate, per carità, ma assolutamente virginali — di tale Francesca Garasi, una delle innumerevoli partecipanti agli allegri e innocenti festini del Papi?
È evidente che c’è della malafede. La stessa che induce altri magistrati (vedi che ci risiamo?), presumibilmente anche loro comunisti, come quelli di Milano, a indagare per vedere se Papi Silvio Berlusconi ha comperato il silenzio (ma allora è una mania!) di un altro plotone di fanciulle in fiore, pagate per dire il falso o per non dire il vero, che poi è lo stesso. Tipini graziosi e gnocche da paura. Figurette angeliche come le deliziose gemelline Concetta ed Eleonora De Vito, la prorompente Raissa Skorkina, la delicata Iris Berardi, la maliziosa Aris Espinosa, la graziosa Francesca Cipriani, l’aggressiva Miriam Lodo, e via discorrendo.
Pensate che questi persecutori di magistrati hanno persino il sospetto che Papi Silvio abbia regalato due ville da un milione di euro l’una, sia pure a Bernareggio (periferia di Monza), ad altre due fanciullette, tali Alessandra Sorcinelli e Barbara Guerra, anche loro del gruppo delle festaiole di villa San Martino, ma evidentemente più meritevoli delle altre, per motivi forse intuibili ma non ancora del tutto chiariti ufficialmente.
Non contenti, questi cattivoni di magistrati puritani, comunisti e spaccamaroni, hanno deciso persino di andare a farsi un viaggetto fino in Messico per scoprire se un ristorante e un pastificio sulla Playa del Carmen, che si chiamano Casa Sofia, appartengano in realtà a tale Karima El Marhoug in arte Ruby Rubacuori (dice niente?), come anche alcuni appartamenti da affittare di un paio di palazzine sempre della zona.
Il sospetto (ancora) è infatti, anche qui, che il ristorante, il pastificio e le due palazzine siano stati comperati dalla minorenne ex nipote presunta di Mubarak con i soldini avuti da Papi Silvio per pagare (anche qui!) il suo silenzio di prostituta della minore età. Un reato che al Papi, imputato a Milano al processo Ruby ter, rischia di costare caro.
Resta incomprensibile che questi magistrati maligni non vengano nemmeno sfiorati dal dubbio che se Papi continua a pagare un piccolo esercito di Olgettine e di altre ragazzotte, lo fa soltanto perché è un uomo buono. ★