L’arte antica delle
cataste di legno

Un itinerario prezioso e nascosto

A spasso per gli orti-giardino di Mezzano di Primiero, nel Trentino. Se ne contano ben quattrocento, uno ogni quattro abitanti. Un tripudio di ortaggi, fiori e aromi. Censiti e raccontati in totem segnaletici installati lungo il percorso. Un’esplosione di verdure, rustici fiori e odori coinvolge l’antico borgo. Che rivendica così la sua fiera identità rurale. Itinerari a tema, affreschi, incisioni e cataste di legno che si fanno arte, firmate da venticinque artisti italiani e stranieri.

MEZZANO DI PRIMIERO (Trento) – Sembrerà normale. Ma non lo è mica tanto in un mondo che cambia a passo di corsa. Qui si continua, senza fretta, a fare quello che si fa, con naturalezza, da generazioni: si coltiva la terra, si pascola il bestiame all’alpeggio per produrre formaggi ancora naturali, si mantiene il bosco e si accatasta legna, anche d’artista: è questo il borgo di Cataste & Canzei, straordinaria e unica collezione en plein air di venticinque cataste di legna d’autore.

Gli abitanti di Mezzano, una località antica, tagliata su misura per chi cerca una vacanza nel verde dal sapore autentico, si dedicano con passione a una tradizione antica che in Trentino ha il pregio di appagare sia la fame di cibo che quella di bellezza. È il rituale dell’orticoltura, che coinvolge l’intera popolazione dell’antico borgo rurale e regala un’incredibile tavolozza di quelli che non sono semplici orti ma meravigliosi giardini, capolavori verdi e multicolore in cui convivono in un gioco di Bello e Buono sia ortaggi che fiori, secondo appunto l’usanza trentina. A Mezzano se ne trovano ovunque, grandi e piccoli, recintati e non, strappati al cemento in paese o isolati in aperta campagna. Se ne contano ben quattrocento, uno ogni quattro abitanti.

Partiti da un’esigenza di produzione di cibo per la famiglia, rispettano fedelmente la tradizione trentina che tra le staccionate dell’orto sposa l’utile al dilettevole spartendo la terra tra ortaggi, fiori, odori, piante da frutto e viti rampicanti. Anzi, i fiori superano spesso la metà del totale delle piante, facendo dei coltivi locali dei veri e propri orti-giardino. Quadri bucolici, dove accanto a infinite sfumature di verde spiccano le tinte forti di fiori di ogni genere e si diffondono i profumi delle erbe aromatiche. Qui gli orti sono gelosamente curati dai privati ma hanno in un certo senso una funzione di verde pubblico: ricavati in posizioni favorevoli e soleggiate rispetto agli edifici di competenza, talvolta ancora cinti dalle vecchie recinzioni in legno o muratura, si offrono all’occhio di chiunque, sempre diversi, sempre nuovi.

Il periodo migliore per ammirarli è il mese di luglio, quando lo spettacolo orto-floreale è al massimo splendore. Sono censiti e raccontati in totem segnaletici installati in paese, proprio come veri monumenti della storia e dell’identità rurale di questo borgo ancora fedele alle sue radici. Non di rado vengono organizzate visite guidate o serate a tema, come cura degli orti, semina, tecniche, biodinamica.

Gli orti di Mezzano sono nutrimento per il corpo ma anche per l’anima e per l’occhio. E sono a loro modo energia per la vita. Una vita rurale, che ancora si nutre di ciò che la terra dona, senza stravolgerla. Qui, tra i monti del Trentino orientale, al cospetto delle splendide Pale di San Martino, la natura è regina e tutto le si asseconda: le attività commerciali, le tradizioni perpetuate con orgoglio e persino il turismo che non può che essere sapiente, lento, consapevole e di riscoperta. Una riscoperta che, in una sorta di vibrante museo sotto il cielo, passa anche attraverso speciali itinerari a tema, che invitano a rintracciare nel borgo i Segni sparsi del rurale: acqua, orti, architetture, dipinti murali, antiche iscrizioni e cataste artistiche.

All’acqua, fonte imprescindibile di vita, è dedicato un itinerario ad hoc che conduce alla scoperta delle numerose fontane del paese, cinque soltanto nel centro storico, dei lavatoi e delle lisiere (lavanderie), delle roste (canali d’irrigazione), dei resti di mulini e segherie e degli stoli. Questi ultimi sono piccoli acquedotti in cunicolo pensati per captare l’acqua e condurla in paese al coperto, al riparo da contaminazioni. Mezzano ne conserva ben tre, restaurati e visitabili.

Galleria d’arte sotto il cielo, Mezzano sfoggia pregevoli dipinti murali, frutto di un’espressione figurativa molto diffusa. Gli affreschi, per lo più a soggetto religioso, si concentrano lungo le direttrici principali, lungo le quali muovevano le processioni. Un variopinto itinerario scandito da altarini, nicchie con statue, piccole ancone, crocefissi, Madonne con Bambino, capitelli, patroni e santi-guerrieri databili tra il sedicesimo e il ventesimo secolo.

A impreziosire le case a Mezzano anche antiche iscrizioni, segno umano, garante di memoria ai posteri o anche invocazione popolare. Databili dal 1700 a oggi, le si rintraccia sulle facciate, sui travi di colmo, sopra le porte, negli architravi, in un prezioso repertorio che ancora una volta manifesta una cultura popolare spontanea che non permette che il passato venga cancellato.

Quello di Mezzano è un centro storico compatto: un abbraccio stretto e forte di case, cresciuto come impone la montagna adattando le esigenze dell’uomo ai caratteri orografici, climatici ed economici del territorio. L’architettura rurale tradizionale ha qui tutti i caratteri della residenza stabile in montagna: abitazione, stalla, fienile, cantina e depositi sotto un unico tetto.

La nuova ruralità di Mezzano regala infine al visitatore un ulteriore itinerario, unico e inimitabile. È quello che conduce a scovare cataste di legna che solo qui si fanno arte. Il percorso a ogni angolo riserva una sorpresa: ben venticinque installazioni d’autore, di grande bellezza e profonda simbologia, sempre legata alle radici e alle tradizioni rurali di Mezzano.

Uno scorcio di Mezzano con la catasta El Mantil di Marta…

L'arte antica delle cataste di legno