La fantastica avventura
di Antonio Franconi

Una storia dimenticata

In occasione delle celebrazioni per i 250 anni del circo, proiettato al Centro di documentazione delle arti circensi di Verona, il film «La meravigliosa avventura di Antonio Franconi», interpretato da uno straordinario Massimo Ranieri, per la regia di Luca Verdone. Una storia intensa e affascinante ambientata nella Parigi inquieta e fumosa della fine del Settecento, che racconta l’epopea dell’artista circense, cavallerizzo e giocoliere, che partì da Udine per andare in Francia a fondare il circo moderno. Una vicenda che si intreccia con i moti della rivoluzione francese. Nel film anche la famiglia Togni.

Quando il circo non si chiamava ancora circo, dal momento che il circo non era ancora stato inventato, dalle parti del Friuli, nei territori che a quel tempo erano sotto il dominio della Serenissima Repubblica di Venezia, si aggirava un omone grande e grosso e attaccabrighe, che a dispetto della stazza presentava nelle sagre dei paesi un numero delicato di uccelli e piccioni ammaestrati. All’occorrenza sapeva anche volteggiare a cavallo con grande abilità, esibirsi come giocoliere, e camminare in equilibrio sulla corda.

Si chiamava Antonio Franconi, era nato a Udine il 5 agosto del 1737, ed era un artista girovago che si guadagnava la vita così. Finché un giorno, per motivi mai ben chiariti, scappò. Giancarlo Pretini, storico del circo, che gli ha dedicato una preziosa biografia (“Antonio Franconi e il suo circo”, Trapezio Libri, 1983), e fatto intitolare una piazza nel centro di Udine, sosteneva che fosse fuggito dai territori della Serenissima dopo aver ucciso un rivale in un duello.

Comunque fosse, scappò in Francia. Aprì un maneggio a Lione, un altro a Rouen, e organizzò delle corride ad Amiens e a Bordeaux. Finché raggiunse Parigi, dove nel 1783 si associò a un ex sergente di cavalleria, l’inglese Philip Astley, ufficiale dei Dragoni, che aveva aperto una scuola di equitazione. Lì diede vita prima ad un Amphiteatre che portava il suo nome in Feaubourg de Temple, poi al Cirque Olimpique agli Champs Elysées. Fu la prima volta nella storia che venne usata la parola magica “Circo”, derivata dal cerchio della pista, tredici metri di diametro, come si usava nell’antica Roma.

L’intuizione di Franconi, che sarebbe scomparso quasi centenario, sempre a Parigi, nel 1836, fu quella di inventare uno spettacolo tutto nuovo, che univa alle evoluzioni dei cavalli tutte le altre arti dello spettacolo di strada, dall’acrobazia alla comicità alla magia. Insomma, uno spettacolo di tutti gli spettacoli. Il più grande spettacolo del mondo.

A Franconi, che era dotato di indubbie ed eccezionali capacità organizzative, lo storico del circo Alessandro Cervellati attribuisce il merito di “aver intuito come questo spettacolo nuovo e alieno da complicazioni intellettualistiche fosse il più adatto a rappresentare lo spirito del tempo, permeato di intendimenti innovatori, di lotte, di rivoluzioni, di guerre, di epopee. A lui infatti si deve la creazione di quei famosissimi mimodrammi e pantomime equestri che fecero accorrere negli ultimi anni del secolo XVIII e nei primi del secolo XIX folle di tutte le classi sociali per assistere a parodie delle parate militari che entusiasmavano le masse di quegli anni fortunosi”.

Ed è proprio con il ricordo di questo leggendario fondatore del circo moderno che il Cedac, il centro di documentazione delle arti circensi, ha voluto festeggiare i 250 anni della nascita del circo, nella sua nuova sede di Verona, attraverso la proiezione di un film che il regista Luca Verdone gli ha dedicato: “La meravigliosa avventura di Antonio Franconi”, dove il celebre cavallerizzo è interpretato da un fantastico Massimo Ranieri, e Philip Astley da un intenso Orso Maria Guerrini. Completano il cast le brave e affascinanti Elisabetta Rocchetti e Sonia Aquino. Le ricostruzioni storiche degli spettacoli del tempo sono state affidate a Livio, Davio e Corrado Togni, sotto la supervisione del regista Antonio Giarola, profondo conoscitore del cirque à l’ancienne.

Il film, delizioso e godibilissimo, ricco di atmosfere autentiche di una Parigi popolare e stracciona di fine Settecento, di luci sporche, come sbiadite dal tempo, di ambienti poveri, di strade polverose, di taverne malsane, è potente nella sua drammaticità come è gioioso nei momenti di festa. Sfiora i confini del neorealismo volando alto nei territori della poesia e nella magia intatta dello spettacolo d’antan.

Si apre, fellinianamente, con il sogno di un bambino che prima di andare a letto scopre nella soffitta un baule con dei vecchi giocattoli: un circo, dei cavallini di piombo, un libro sulla vita di Franconi. Così comincia la storia. La nascita del circo. I primi successi. Ma anche i primi guai. Colpa dei giochi delle carte e delle avventure galanti. Franconi offende la morale corrente, tradisce la moglie, trascura gli impegni assunti con i governanti parigini della rivoluzione francese. Ma nulla lo ferma nell’inseguimento del suo sogno di riformare gli spettacoli equestri.

Però non è facile persuadere i governanti. Torna in suo aiuto l’amico Astley, che lo rincuora, e lo spinge a lottare ancora, a compiere un ultimo sforzo per non far naufragare il progetto del grande sogno che inseguiva sin dai giorni della giovinezza. Il Circo! Il più grande spettacolo del mondo. La sua ostinazione, e una buona dose di fortuna, gli concedono di veder realizzato il sogno del Cirque Olimpique, che verrà completato dai figli Laurent e Henry. E lui, vecchio stanco e malato, è felice di abbandonarsi ai ricordi e al trionfo che gli tributa il pubblico parigino.

Quando si risveglia perché sente dei rumori, il bambino che si era addormentato sognando l’avventura della vita di Franconi, apre la finestra e guarda fuori. C’è un’alba incerta, non è ancora giorno. E’ arrivato un circo nella piazza, sta montando il suo tendone, stasera, ancora una volta, ci sarà spettacolo.

LA PAGELLA

Luca Verdone. Voto: 8,5
Massimo Ranieri. Voto: 8,5
Antonio Franconi. Voto: 9,5

Massimo Ranieri nei panni di Antonio Franconi (fonte: circo…

La fantastica avventura di Antonio Franconi