Imbarazzanti

Imbarazzanti. Un aggettivo migliore, o più calzante, al momento non mi viene in mente per tratteggiare le figure (i figuri?) di personaggini tipo Donald Trump, Matteo Salvini, Luigi Di Maio, per dire dei tipini più inquietanti che mi balzano fastidiosamente agli occhi di questi tempi difficili e malati. Inguardabili, ingestibili e pieni di pericoli. Sono sotto gli occhi di tutti i danni (e di non poco conto) che questi signorini stanno facendo al di là dell’oceano negli Stati dell’Unione e al di qua nell’italico stivale.

Al caoboi americano col ciuffo da pannocchia invecchiata e la battuta da osteria di quart’ordine, fanno da contraltare sotto i nostri cieli il rancoroso boxeur celodurista e l’efebico grillino senz’arte né parte né conoscenza né cultura.

Il primo, che non ha ancora capito come si guida un Paese (e probabilmente non ci arriverà nemmeno mai), sta facendo affondare l’America, tra spioni, affaristi e conigliette, portandola fuori, e molto lontano, dal mondo democratico e dal consesso civile.

I secondi, tra silenzi complici, assensi colpevoli e taciti consensi –ma anche nella spaventosa e inquietante indifferenza della più parte della popolazione- stanno facendo deragliare l’Italia –che di problemi per proprio conto ne aveva già abbastanza- dalla comunità europea delle democrazie consolidate, del dialogo, della convivenza civile, del rispetto delle persone e delle leggi.

Sono d’accordo con quanti mi scrivono che sarebbe opportuno –e meglio per tutti, per il mondo innanzitutto- toglierli di mezzo quanto prima possibile, farli scomparire per sempre in qualche pozzo senza fondo, e dimenticare in fretta (questo non è difficile) i loro nomi e le loro brutte facce.

Ma non è possibile farlo utilizzando scorciatoie. Chiedere l’impeachment, per dire (la messa in stato d’accusa, significa), per Trump. E’ una colossale baggianata. Come quando il poverello Di Maio (poverello di spirito, s’intende), ebbe la sciagurata idea di chiederla per Sergio Mattarella perché il capo dello Stato italiano non aveva (giustamente) aperto la porta per stare ad ascoltare le loro stupidaggini. L’impeachment nei confronti di un capo di Stato si può chiedere solo per motivi gravissimi, tipo alto tradimento, non perché uno è stupido o ti sta sulle scatole.

E’ un’illusione pensare anche di liberarsi di Salvini con le inchieste giudiziarie. (Ci provarono già con Berlusconi, per capirci, e abbiamo visto com’è andata a finire). Sia perché non è compito dei magistrati giudicare atti che sono squisitamente politici –sia pure molto discutibili- come la chiusura dei porti o la cacciata delle navi dei migranti. Sia perché non spetta ai magistrati fare politica. Sia perché se lo arrestano ne fanno un eroe e non ce lo togliamo più dai piedi.

No, è tutto sbagliato, tutto da rifare, come diceva Ginettaccio (Gino Bartali, era un ciclista importante, spiego a Di Maio). Di gentucola dannosa come Trump, Salvini, Di Maio, peraltro democraticamente e liberamente votati dalla maggioranza dei cittadini americani e italiani (e anche questo è imbarazzante, e molto), ci si libera nell’unico modo possibile in democrazia: battendoli e facendoli fuori alle prossime elezioni.

Ma per ottenere questo risultato è necessaria una condizione: che dall’altra parte, a battersi e vittoriosamente contro di loro vi sia qualcuno –un partito, una coalizione, un leader- in grado di farlo, vale a dire capace di presentarsi all’elettorato con persone e progetti seri e credibili. Tutto questo oggi non c’è. Dall’altra parte vi sono solo tipini imbarazzanti. Proprio come quelli di cui vogliamo (dobbiamo) liberarci.

Sì, finirà la nottata, come diceva Eduardo (De Filippo, era un attore e regista importante, spiego a Di Maio). Ma non adesso. Per ora teniamoci queste tenebre. Imbarazzanti, anch’esse.

LA PAGELLA

Donald Trump. Voto: 4
Matteo Salvini. Voto: 4
Luigi Di Maio. Voto: 4

Eduardo De Filippo (fonte: Universy.it).

Imbarazzanti