Il giorno che il Doge
decretò la resa

La resistibile caduta della Serenissima

Nell’anniversario dei duecentoventi anni dalla fine della Repubblica di Venezia, «I Antichi Editori» pubblicano un libro elettronico «stravagante e delizioso» : «La Resa, cronache della resistibile caduta della Serenissima», scritto dal giornalista e scrittore veneziano Roberto Bianchin, che racconta i giorni della resa sul filo della storia ma senza fare un libro di storia. Utilizzando anzi tutti quei materiali che gli storici normalmente trascurano ritenendoli poco interessanti: le lettere private, i documenti non ufficiali, i ritagli dei giornali, le canzonette popolari, i fogli clandestini, persino le scritte sui muri. Ne vien fuori un affresco godibilissimo e bizzarro, ricco di umanità e senza alcuna nostalgia.

Quei giorni che cambiarono per sempre il corso della storia. Giorni travolgenti e tragici. Imprevedibili per molti versi. Comunque affascinanti e misteriosi. Duecento e venti anni sono passati dalla caduta della Serenissima Repubblica di Venezia per mano delle truppe francesi del generale Napoleone Bonaparte, che entrarono in città senza bisogno di sparare un colpo di cannone. L’ultimo Doge, non essendo più la Serenissima in grado di difendersi, aveva già decretato la resa.

Nell’occasione di questo anniversario, la casa editrice “I Antichi Editori” presenta un nuovo libro elettronico “stravagante e delizioso”: “La resa. Cronache della resistibile caduta della Serenissima”, scritto dal giornalista e scrittore veneziano Roberto Bianchin.

Era il 12 maggio del 1797 quando, incalzata dall’avanzare delle truppe di Napoleone, cadeva, dopo quattordici secoli di governo spesso illuminato, lo Stato più longevo del mondo: quella Serenissima Repubblica di Venezia che era stata a lungo un esempio e un faro di civiltà. Il 16 maggio si insediava a Palazzo Ducale la Municipalità provvisoria rivoluzionaria, e cominciava tutta un’altra storia.

In questo libro, la penna di Roberto Bianchin ricostruisce, anche sulla base di documenti storici ancora inediti, i giorni frenetici della resa di Venezia. Sul filo della storia ma senza fare un libro di storia, ed anzi usando quei materiali, lettere, documenti, giornali, fogli sparsi, che di solito gli storici buttano via ritenendoli poco importanti, ripercorre, con la curiosità del cronista di razza, i territori inquieti della Serenissima in cerca dei segni lasciati dalla vita di tutti i giorni.

Dalle chiacchiere nei teatri e nei caffè alle avventure nei ridotti e nei casini, dagli intrighi di palazzo alle rivolte delle osterie, dalle tresche delle nobildonne alle cospirazioni segrete. Senza alcuna nostalgia, ma piuttosto con l’occhio attento dell’inviato, la cadenza sinuosa del narratore, e l’estro ironico del veneziano, Roberto Bianchin racconta, come in un romanzo, i momenti che hanno scandito, dietro le quinte del grande palcoscenico della rivoluzione francese, la fine dell’aristocratica Repubblica dei Dogi.

Ne vien fuori un affresco bizzarro, singolare, per molti versi inedito, e godibilissimo alla lettura, di quei frenetici giorni che avrebbero cambiato per sempre il destino di Venezia. E forse anche del mondo.

www.iantichieditori.it

La copertina del libro "La Resa" di Roberto Bianchin (www…

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