Il declino del pc

Ma il sol dell’avvenire sorge ancora (forse)

Dopo un trentennio di egemonia totalitaria e di feroci lotte intestine per il controllo della distribuzione interna del potere tra le varie correnti antagoniste, il pc sta attraversando il periodo più buio della sua storia, tutta fatta di frenetica ascesa, rapida espansione, rivoluzione permanente, e controllo spietato delle masse. Non stiamo parlando di un qualsiasi defunto partito comunista (ormai riciclato solo come gerontocratica facciata di un feroce regime capitalista schiavista in Cina) ma del personal computer o generalmente il compiute che tutti abbiamo in casa.

COSMOPOLI (l.c.) — Secondo gli specialisti di analisi di settore, i grandi produttori soffrono tantissimo: complessivamente nel 2013 hanno perso il dieci per cento delle vendite di computer rispetto all’anno precedente, in sostanza collassando sui livelli del 2009. E questo, per un settore sempre in crescita, in prospettiva è altamente preoccupante. Soprattutto per i dipendenti delle case di produzione e gli acquirenti di computer. I primi infatti verranno sottoposti a drastici piani di licenziamento; i secondi invece verranno sempre più trattati da imbecilli e costretti all’acquisto di paccottiglia elettronica spacciata per novità.

La situazione in realtà è molto più complessa. A fronte di una perdita generale di mercato, non tutti i produttori perdono nella stessa maniera. Per esempio i cinesi (della Repubblica Popolare) di Lenovo hanno incrementato del sei per cento le loro vendite, superando il gigante statunitense Hewlett-Packard che nel 2011 era in vetta alla vendita dei computer portatili, e arroccandosi in cima alla classifica. Invece la Apple, che amministra saggiamente e saldamente la sua base fideistica di appassionati acquirenti, ha visto pur nel declino un aumento percentuale delle sue vendite. Alla frutta Acer e Asus (entrambe di Taiwan), alcuni anni fa in ascesa potente, che stanno però spostandosi su altri prodotti elettronici.

I principali responsabili del declino del pc sono naturalmente i suoi diretti avversari merceologici: telefonini intelligenti e tavolette elettroniche, che fanno un po’ meno del computer di casa, ma sono meno impegnativi da usare, più moderni, più alla moda, e soprattutto non sono soffusi da quell’aura di specialismo di cui invece il computer è ancora e sempre affetto. Oltre ai dispositivi di gioco che sono altri formidabili antagonisti. Comunque i colossi dell’informatica mondiale si disputano il potere in tutte queste altre categorie e riesce difficile compatirli per le perdite nel settore vetusto del personal computer.

Le cause vanno anche ricercate nella impossibilità strutturale di un rinnovo mondiale dei computer: secondo il senior research analyst Jay Chou di Idc (International Data Corporation): «forse la principale preoccupazione per la domanda futura di PC consiste nella mancanza di ragioni per sostituire un sistema vecchio». Dove per vecchio s’intende un sistema di sei mesi fa, non il dinosauro che avete sulla scrivania. Ma la strada del rinnovo forzato della ferramenta, perseguita con instancabile fermezza negli anni passati, oggi è sempre più difficile a causa dell’effettiva potenza degli ultimi computer, in grado di funzionare ancora bene nonostante il passare degli anni (due o tre, s’intende). Cosa che in tempi di crisi sconsiglia caldamente l’acquisto.

L’analista di Gartner (altra società di analisi tecnologica statunitense) Mikako Kitagawa sostiene però che il fondo è stato raggiunto e che presto, almeno per gli Usa, dovrebbe iniziare una ripresa nell’acquisto di nuovi computer: «Anche se le spedizioni di pc hanno continuato a diminuire nel mercato mondiale anche nel quarto trimestre del 2013, crediamo sempre più che i mercati, e soprattutto gli Stati Uniti, abbiano toccato il fondo per quanto riguarda l’adeguamento della base installata. L’abbassamento di prezzo dei prodotti leggeri inizia a incoraggiare la sostituzione dei pc e, potenzialmente, una certa crescita nel 2014».

Resta da vedere quale sarà il prezzo di questo rinnovo, in termini di posti di lavoro cancellati (ma essendo per la maggior parte in Cina, ciò non interessa granché al mondo occidentale, e comunque, dati i governi che abbiamo sarebbe irrilevante anche se toccasse l’Europa) e, cosa di non poco conto, in termini di qualità di prodotti destinati ad essere comperati da noi. ★

Il Declino del Pc (www.ilridotto.info).

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