Per il circo
ho lasciato
la politica
L’avventura artistica e umana del presentatore degli spettacoli di Moira Orfei
Spinto dalla passione per il circo, Giorgio Vidali ha abbandonato nel cassetto la laurea in scienze politiche, e ha trovato rifugio sotto lo chapiteau della regina del circo italiano. Ha iniziato come contabile e poi, a sorpresa, è diventato il volto e la voce del più importante complesso circense del nostro paese.
CIRCO MOIRA ORFEI — Soffiava un vento inquieto in quei giorni al circo. Gli Orfei, intesi come Moira Orfei, il marito Walter Nones, e i figli Stefano e Lara, erano alle prese con un problema piuttosto serio di cui non riuscivano a venire a capo: trovare un nuovo presentatore per il loro spettacolo.
Il vecchio Monsieur Loyal, come viene chiamato in gergo circense l’artista che ha il compito (in apparenza semplice, in realtà delicatissimo), di introdurre i numeri che si susseguono in pista, aveva fatto le valigie, e bisognava rimpiazzarlo. Impresa doppiamente difficile, dal momento che il Monsieur Loyal da sostituire non era uno qualunque, ma il frizzante e carismatico Antonio Perris, per lungo tempo volto e voce del circo di Moira, attualmente ancora al fianco della regina del circo italiano come ring master e preziosissimo segretario personale.
Prima provarono con uno slavo, dal momento che si trovavano in tournée nell’allora Jugoslavia. Poi, tornati in Italia, con un ragazzo napoletano. Non funzionò. Provarono con altri ancora. Giunsero al punto di cambiarne uno ogni sera. Ma non trovavano quello adatto, nonostante gli sforzi del segretario, contabile e tuttofare del circo, Giorgio Vidali, che era stato incaricato dalla famiglia di spiegare ad ogni nuovo arrivato cosa doveva fare.
Anche Giorgio, che non riusciva a sbrogliare la matassa, era nervoso. Finché, un giorno, fu un sorridente Stefano Nones Orfei a portargli la lieta novella: «Finalmente abbiamo trovato il presentatore. Io e Walter siamo sicuri che sia quello giusto. Quello che cercavamo». Giorgio fu sollevato. «Meno male — disse — e quando arriva?”. «È già arrivato, è qui», rispose Stefano, sempre più sorridente. «Qui dove?», chiese Giorgio. «Qui, davanti a me», disse Stefano.
Allora Giorgio capì. Ma non sorrise. Ci fu un lungo silenzio. E lampi di gelo negli occhi. Poi gli montò la paura. «Ma sei matto? — gridò a Stefano — non te lo sognare nemmeno… se proprio non trovi nessun altro, fallo fare a Walter, lui sa come si fa, lui lo ha già fatto…» La voce di Stefano uscì suadente: «Ma dai, prova, cosa ti costa?». Giorgio si rabbonì: «Ma mi vergogno…».
Era fatta. La vita di Giorgio Vidali, segretario, contabile e tuttofare del circo, cambiò nel giro di una sera. Uno smoking, un beverone di vodka alla pesca per annegare la paura, un microfono che dava i brividi ogni volta che lo accostava alle labbra. Debuttò a Lodi nel marzo del 1999. Alla fine del secolo, il bel quarantenne padovano alto e bruno, una laurea in scienze politiche nel cassetto, diventò Monsieur Loyal. Da allora non ha più lasciato la pista.
Competente, autorevole, misurato ed elegante, l’eloquio forbito e una spiccata propensione per il canto, oggi è considerato uno dei migliori Monsieur Loyal in circolazione. La sua conduzione è moderna nel ritmo e di stampo classico nei modi. Non a caso, i suoi modelli sono quelli del francese Sergio (Serge Drouard), per trent’anni impeccabile presentatore del Festival di Montecarlo, e dell’italiano Ricky Piller del Circo Americano.
Da tredici anni presentatore, e da diciotto anni contabile, sempre nel circo di Moira Orfei (non ha mai smesso di tenere i conti, neanche da Monsieur Loyal), Giorgio Vidali non farebbe nessun altro lavoro. Per il circo ha lasciato tutto. La laurea in scienze politiche e i mestieri che avrebbe potuto fare, dal politico al diplomatico, dall’ambasciatore al professore. «Il circo mi ha dato tutto — spiega — tutto quello che potevo desiderare dalla vita. Perché è stato il coronamento di un sogno, un sogno che avevo fin da bambino. Posso dire che sono stato fortunato a fare un lavoro che mi piace e che mi sono scelto. Anche se non è facile. Al circo niente è facile. Ogni cosa che fai al circo è difficile».
Cominciò tutto per caso. Perché gli piaceva andare a cavallo. Da studente frequentava un maneggio nei pressi di Padova, che era tenuto da un addestratore tedesco, Bernard Jostmann, che aveva lavorato dagli Orfei. Per questo, ogni tanto, al maneggio capitava Walter Nones, che gli portava dei cavalli da addestrare. Fu così che Giorgio, che fin da bambino amava il circo, conobbe Nones, e iniziò a frequentare il circo di Moira le volte che arrivava in Veneto.
La svolta arrivò dopo la laurea in scienze politiche, presa nel ’94 all’Università di Padova. La vacanza. Il premio per la laurea fu una vacanza al circo. Un’estate al circo di Moira. Da solo, con la roulottina di famiglia. Un sogno per il giovane Giorgio. «Da quella vacanza, praticamente, non sono più tornato — ride — sono diciott’anni ormai che sto in vacanza al circo… e da qui non mi sono più mosso». Nones intuì subito che la vacanza per Giorgio non era solo una vacanza. E gli chiese di fare qualcosa, di dargli una mano. Il primo incarico fu di controllare i conti dell’impresario che aveva ingaggiato il circo per portarlo a Lubiana. Poi prese in mano tutta la contabilità del circo, che è un’impresa con 150 dipendenti, fino a diventare Monsieur Loyal.
Giorgio ormai sa tutto del circo. Ha imparato tutto del circo. E conosce bene le regole che fanno la differenza. Quelle che fanno il successo di circhi come quello di Moira in un momento in cui il circo in Italia, sorpassato da altri generi di spettacolo, dimenticato dalla cultura, ignorato dai media, contestato dagli animalisti, non gode di ottima salute (all’estero è tutta un’altra storia). Piccoli segreti di successo: l’amore per il proprio lavoro, la dignità, l’onestà, il rispetto per il pubblico, la qualità dello spettacolo. «Quest’ultimo punto — spiega — è e sarà quello decisivo: sulla qualità di quello che un circo propone, giochi tutte le tue carte. Ieri come oggi e come domani. Non esistono scorciatoie. La qualità premia sempre». Parola di Monsieur Loyal. ★