I buoni frutti
di Chernobyl

Tutto cominciò con un furgone piccolo piccolo

Il disastro della centrale nucleare ucraina, venticinque anni fa, svegliò le coscienze sui temi dell’ambiente, dell’ecologia e della salute, dando vita alla produzione di cibi naturali. Oggi il mondo del biologico in Italia è una realtà consolidata e in grande crescita a dispetto della crisi. Il caso di EcorNaturaSì, il principale distributore di prodotti biologici in Italia, controllato da una fondazione non profit.

SAN VENDEMIANO (Treviso) – Fu un piccolo seme piantato con coraggio e determinazione, e un pizzico di follia, venticinque anni fa, con l’incubo addosso del disastro della centrale nucleare di Cernobyl. A quel tempo, il concetto di agricoltura biologica era ancora praticamente sconosciuto, e destava più perplessità che condivisione.

Oggi quel piccolo seme è una realtà solida, leader nella distribuzione dei prodotti biologici e biodinamici in Italia. EcorNaturaSì Spa, che quest’anno festeggia i 25 anni dall’inizio dell’attività, ha dimostrato di essere un’impresa ben radicata, capace di crescere anche in un clima di pesante crisi economica globale. Il gruppo conta oggi infatti a listino più di quattromila prodotti, che distribuisce a un migliaio di negozi specializzati biologici, ed entro il 2012 taglierà in Italia il traguardo dei cento punti vendita del suo marchio NaturaSì (due attivi in Spagna), mentre i negozi associati al progetto Cuorebio, altro marchio di proprietà del gruppo, saranno a fine anno duecento novanta . Ad EcorNaturaSì poi, appartengono anche il marchio Ecor e la società Baule Volante di Bologna, che dal 1987 serve piccoli negozi, erboristerie, negozi specializzati, farmacie su tutto il territorio nazionale.

La storia della più importante azienda italiana di distribuzione di prodotti biologici e biodinamici inizia nel 1987, con la costituzione a Conegliano di Gea: «Il momento era propizio: la sensibilità per il biologico aumentava di anno in anno e, nel 1986, anche il disastro di Cernobyl contribuì, purtroppo, a risvegliare le coscienze sul tema dell’ambiente, dell’ecologia e della salute», ricorda Fabio Brescacin, Presidente di EcorNaturaSì Spa. «All’inizio, — continua — ci ingegnavamo con un piccolo furgone che girava per l’Italia a reperire prodotti biologici. In quegli stessi anni altri negozi aprivano in altri luoghi e ci chiedevano di procurare loro alimenti bio da vendere. Da questa attività di affiancamento ai venditori al dettaglio nacque il germe della distribuzione biologica in Italia».

Fin da subito,all’obiettivo economico si è affiancato quello culturale: divulgare la conoscenza e la cultura dell’agricoltura biologica e biodinamica, in un momento storico nel quale si iniziavano a percepire gli effetti deleteri, per la salute delle persone e la fertilità della terra, dell’agricoltura industrializzata. Nel 1998 Gea ha dato vita con altre tre aziende del settore ad Ecor Spa. Successivamente, nel 2005 è stato realizzato uno scambio azionario con la catena di biosupermercati in franchising NaturaSì, operazione che si è completata con la fusione tra le due società il 1 gennaio 2009, data che segna la nascita di EcorNaturaSì Spa.

Nel febbraio 2012 infine, una nuova importante tappa, con l’ingresso nel gruppo della società Alpa della famiglia Paravicini Crespi di Milano, proprietaria delle Cascine Orsine a Zelata di Bereguardo (Pavia). La quota di Alpa in EcorNaturaSì, acquisita mediante un aumento di capitale, ammonta al 20% e coincide con l’uscita dal gruppo di alcuni soci fondatori di NaturaSì. Un altro 25,25% delle azioni rimane in possesso di tre soci storici di NaturaSì, le famiglie Lori e Testori di Milano e la famiglia Zanoni di Desenzano. Il 54,75% delle quote rimane di proprietà della Fondazione Antroposofica Rudolf Steiner, già proprietaria di Ecor SpA, che si ispira agli insegnamenti del filosofo e pedagogista austriaco vissuto a cavallo tra l’ottocento e il novecento, e che fu uno dei precursori dell’agricoltura biologica. Inoltre si rende garante delle finalità sociali dell’attività: distribuire prodotti biologici, biodinamici e più in generale naturali, che contribuiscano a migliorare non solo la salute delle persone, ma anche quella della terra e dell’ambiente in generale.

Un obiettivo che viene perseguito, in particolare, garantendo la qualità e la sicurezza dei prodotti, sia con controlli scrupolosi della filiera dei fornitori, sia contribuendo alla gestione diretta di aziende agricole biodinamiche: la San Michele di Conegliano di proprietà della stessa Fondazione Rudolf Steiner, la Fattoria Di Vaira di Petacciato (Campobasso), partecipata dal gruppo e da negozi e sostenitori del biologico, le Cascine Orsine di proprietà della famiglia Paravicini.

Una rete di attività che ha portato il gruppo a consolidare nel 2011 un bilancio di 201 milioni di euro con una crescita del 14% sull’anno precedente, e a realizzare anche nel primo trimestre 2012 un incremento di fatturato intorno al 5% nonostante le pesanti difficoltà generali dei consumi.

«Quello dei venticinque anni — dice Brescacin — è per noi un traguardo importante nel lungo percorso per l’affermazione della cultura del biologico, del biodinamico e dell’agricoltura sana nel nostro Paese. Il nostro impegno futuro si concentrerà nel rafforzare la nostra proposta al consumatore e nel migliorare la rete dei negozi storici del biologico». Per questo i festeggiamenti che si sono svolti all’inizio di giugno nella sede dell’azienda a San Vendemiano, sono stati un’occasione di incontro e di confronto, un terreno fertile per la nascita di nuove sinergie tra gli oltre cento fornitori, i negozianti, i consumatori. Tutti anelli di quella preziosa catena che congiunge la terra e le persone, garantendo genuinità e sicurezza. ★

I buoni frutti di Chernobyl