Fotografie
dai grandi spazi

Walter Bonatti nei luoghi più impervi del mondo

Il destino di alcuni uomini è quello di regalare sogni. La vita di Walter Bonatti sembra una di queste: epica, avventurosa, sfidante. Fortunata. È stato ad un passo dalla morte in più occasioni, eppure si è salvato e ha vissuto una vita lunga e affascinante. Resterà aperta fino al 31 gennaio 2016 presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma la mostra, curata da Alessandra Mauro e Angelo Ponta in collaborazione con l’Archivio Bonatti, che ripercorre le avventure e i viaggi di Walter Bonatti nei luoghi più impervi del mondo.

ROMA – L’alpinismo è stato il suo grande amore (era soprannominato il Re delle Alpi), notevoli i traguardi raggiunti a partire dagli anni ’50 epoca in cui scalare il Monte Bianco, il Cervino e il K2 era davvero un’impresa pressoché impossibile. La montagna si sa che tollera la presenza umana, ma è estrema, non perdona errori e superficialità, può uccidere.

Dopo tante spedizioni di gruppo e in solitaria, dopo aver affrontato molteplici pericoli e la conquista di vette importanti, nel 1965 Walter Bonatti decide di lasciare l’alpinismo e di cambiare vita. Ma l’eroe non può interrompere il suo viaggio. Si inaugura per lui una nuova stagione, con nuove mete, una nuova professione e nuovi strumenti di lavoro.

Appartengono a questa fase gli ottanta scatti fotografici in grande formato esposti, il Bonatti reporter, l’Eroe che viaggia da solo, l’inviato esploratore per il settimanale Epoca per cui lavorò dal 1965 al ’78. Arnoldo Mondadori aveva imposto una condizione però: non voleva il classico reportage di viaggio, ma sull’onda del successo e del carisma di Bonatti, voleva articoli avventurosi accompagnati da immagini-autoritratto, dei selfie ante litteram.

Con disciplinata dedizione l’alpinista apprende le tecniche della fotografia, viaggia con più apparecchi e con un sistema di comandi a distanza e scatti programmati si immortala nei luoghi più sorprendenti del mondo, dai ghiacciai al deserto, dalle foreste tropicali ai vulcani, alle grandi concrezioni rocciose.

Nelle immagini si coglie la grandiosità e la varietà dei paesaggi terrestri, raccontati magistralmente nelle foto di Bonatti ora dietro la camera per scegliere l’inquadratura, ora davanti all’obiettivo soggetto attivo dello scatto.

Emerge la piccolezza dell’uomo di fronte alla vastità della natura, la fatica e la gioia del suo peregrinare, il piacere di scoprire e di narrare le sue esperienze con i suoi fedeli compagni di viaggio i libri di Mark Twain, London, Defoe. Negli anni ’90 lui stesso diviene protagonista di fumetti sulle sue avventure di viaggio.

Tutte le fotografie sono accompagnate da didascalie scelte tra gli articoli e i libri a commento e testimonianza dei viaggi. Tra i cimeli anche la sua macchina per scrivere portatile, una Olivetti Everest regalatagli da un rappresentante al suo ritorno dall’impresa del K2. Con questa macchina Bonatti scriverà molti racconti dettagliati «d’ascesa» sulle spedizioni alpine e dei viaggi come inviato.

Un racconto per immagini di una visione della Terra da cui si esce trionfanti e pronti a partire.

Isola di Pasqua (Cile, novembre 1969; © Walter Bonatti…

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