Fantascienza e acrobazia
nel volo dei Farfadais
In scena allo Strafestival di Milano
La compagnia francese, una delle più innovative degli ultimi anni sulla scena mondiale, protagonista al festival delle arti di strada che ha riscosso un notevole successo nella metropoli lombarda. Un perfetto mix tra il mondo visuale del circo contemporaneo e l’universo mitologico della fantascienza, con una strizzatina d’occhio al mondo dei cartoon e dei videogiochi. Lo spettacolo onirico dei fratelli Alexandre e Stéphane Haffner, ginnasti e stilisti.
MILANO – Prima appaiono strane figure, lassù, in alto, sui merli del Castello Sforzesco, mentre parte una musica come da Guerre Stellari. Lunghe e gonfie, bianche, grandissime, di gomma, sembrano buffi animali preistorici. Ondeggiano lentamente, scuotendo il testone, come annusassero la notte.
Poi, stemperata la sorpresa, tutto diventa più umano. Sull’erba sfiorata dall’umidità compaiono figure reali, eleganti, fasciate di bianco e di oro. Giovani uomini e giovani donne. Acrobati che si alternano ai tessuti, ai cerchi, al trapezio, in giochi raffinati. Esercizi sempre più veloci, vorticosi, pericolosi. Al limite delle possibilità. E tra un numero e l’altro, ancora storie fantastiche. Appaiono altri animali enormi, gonfiabili, sempre candidi, che a volte sembrano galline, poi draghi, e infine grappoli di meduse.
Ma è inutile cercare di spiegare. Conta l’insieme. La fascinazione. Lo stupore, l’emozione, l’eleganza. Insomma, l’effetto che fa. E gli splendidi costumi. È il circo visuale dei Farfadais, una delle compagnie francesi più interessanti e innovative degli ultimi anni, andato in scena con successo allo Strafestival di Milano, il festival delle arti di strada che ha presentato un centinaio di spettacoli di vario genere nelle zone centrali della città. Un esperimento felicemente andato in porto.
I Farfadais, e da questo nome che sa di farfalle (in realtà significa lampi ascendenti) si capisce che sono acrobati dell’aria, sono sulla scena dal 1999. Chiamare circo il loro spettacolo è improprio, anche se le atmosfere rimandano indiscutibilmente a quelle del nouveau cirque francese, rese celebri dal fenomeno mondiale del canadese Cirque du Soleil. Tecnicamente il loro è un incrocio fra acrobazia aerea e teatro di figura, per l’esattezza figure fantastiche e mitologiche di grande formato. Un insieme di rara potenza espressiva.
Sono stati definiti, dalla critica più attenta, «un perfetto mix tra il mondo visuale del circo contemporaneo e l’universo mitologico della fantascienza». Il tutto in una dimensione onirica dove le tecniche acrobatiche, che sono di assoluto livello, si fondono nel simbolismo e nel design. Come acrobati, si tratta di fuoriclasse assoluti a livello mondiale. E come estetica, presentano un’originalissima impronta grafica che richiama talora il mondo dei cartoons e quello dei videogiochi. Musiche originali e splendidi costumi, ambedue fuori dal tempo, completano i quadri.
Il gusto per costumi e scenografie viene, del resto, dalla storia di questo gruppo, fondato da due fratelli ginnasti franco-italiani, Alexander e Stéphane Haffner, trentanove e trentotto anni rispettivamente, che prima di intraprendere a tempo pieno la carriera di acrobati avevano debuttato da stilisti, ancora in giovane età, creando una propria fantasiosa linea di abbigliamento. Quindi avevano deciso di trasformare le loro sfilate di moda in spettacoli, unendo le linee grafiche dei costumi alle linee dei loro corpi nello spazio.
Ne vengono fuori degli spettacoli unici, originali, affascinanti e di grande impatto. Segnatevi il loro nome. E quando li incontrate, in qualche angolo del pianeta, non perdeteli.