Dodo D’Hambourg
l’eremita

Il sogno erotico degli anni del boom vive oggi ritirata dal mondo

Dodo d’Hambourg, la splendida Vedova Nera del Crazy Horse, star del mondo di notte, abita in un ex mulino della Lunigiana strada facendo la via Francigena

VENEZIA — Dopo averla conosciuta nel 1988 e frequentata a Bologna — accompagnato dalla pittrice Rita Aldrovandi — nella sua abitazione con atelier sottostante in Via Goito, ex stripteuse divenuta pittrice, scrittrice di poesie, docente di yoga e arte dello strip in un circolo ARCI (il Cesare Pavese di Via del Pratello gestito da Patrizio Roversi e Susy Blady comici esordienti) l’ho cercata e trovata nel giorno di un Natale venti anni dopo (quasi) tra i resti di un mulino sulla riva di un ruscello, con tanti gatti da sfamare e accudire, in un luogo montanaro della Lunigiana, divenuto il suo romitaggio.

Un mulino disagiato da evidenti lavori di ristrutturazione iniziati e quasi subito interrotti causa indisponibilità finanziaria imprevista, in gran parte disabitato e, perciò, abitato soltanto da chi non dispone di altra abitazione: con gli scatoloni del trasloco accatastati da anni in un ambiente dove il loro contenuto è stato degradato dall’umidità, gli abiti (anche di scena) appesi in un guardaroba rudimentale coperto da teleri antipolvere e nascosto da un tendaggio in un grande monovano sovrastante alcuni vani disabitati, riscaldato da una stufa a legna durante i giorni invernali.

Il tutto confortato da un angolo cottura dotato dello stretto indispensabile: pochi fornelli alimentati da gas in bombola, e da un servizio igienico privo della doccia e della vasca. Poco distante da una Pieve e dalla Locanda Gavarini (8 camere matrimoniali più un miniappartamento con sei posti letto) con ristorante incluso, ex osteria punto di riferimento per viandanti, insediato in un borgo storico tra i Comuni di Villafranca e Bagnone, raggiungibile percorrendo la Via Francigena seguendo l’itinerario citato nel 994 dal Vescovo Sigeric di Canterbury.

Nata Dorotea Slavinsky nel 1929 a Amburgo, ha compiuto gli 82 anni il 14 novembre scorso in Italia, redditata da una pensione minima del tipo sociale. Ignorata e dimenticata come sacerdotessa celebrante e celebrata nel tempio dell’eros parigino, il Crazy Horse. Malgrado continui a risultare santinizzata dai manifesti e dalle locandine dei film «Mondo di Notte» del 1959, e «Totò Sexi» del 1963, oggetto di desiderio sessuale agognato dagli autori e dai protagonisti della dolce vita cinematografata da Federico Fellini.

Nel web sono visibili numerose immagini fotografiche d’antan che la illustrano come regina dello striptease anni 50 del secolo scorso, narrata in una lunga scheda bio-bibliografante che ho postata in un Gruppo Facebook, leggendo la quale è possibile apprendere quando, come, dove e perché ha avuto successo nomata Dodo D’Hambourg «Vedova Nera».

«Impossibile quantificare gli uomini che se la sono goduta con gli occhi (come suol dirsi).
Ha abitato nell’immaginario erotico di tutti gli uomini che hanno”visto” le sue esibizioni, compresi numerosissimi italiani, con Federico Felini e Vittorio De Sica suoi ammiratori in prima fila. Refrattaria al fascino di Vittorio Gassman et analoghi. Affascinata, invece, da Marcello Mastroianni e Nino Manfredi. Tutti hanno desiderato godersela nuda fra “…il medesimo paio di lenzuola”, letteratureggiato dall’autore de “Il Gattopardo”. A molti vip si è negata, spiegando il come-quando-perché. Per far notizia, si è dichiarata relazionata ad hoc con altri (J.F. Kennedy compreso)» risulta scritto nel mio testo webizzato (vedi DODO D’AMBURG (La vedova nera del Crazy Horse)).

Il Crazy Horse fu fondato nel maggio 1951 a Parigi da Alain Bernardine, morto suicida nel 1994. Compiendo i sessant’anni durante il 2011, alcuni cronisti lo hanno notiziato scrivendo testi farciti con ciò che il web passa alla maniera di un convento strada facendo (a piedi!) …a chiunque. Come Mario Serenellini autore di un testo apparso in una edizione domenicale de “la Repubblica” 30 ottobre 2011, con il titolo «Il ritorno del Crazy Horse», supportato da una succinta testimonianza di Rosa Fumetto (classe 1947) reperibile a Roma, che fu stripteuse debuttante nel 1968 al Crazy Horse, sebbene dotata di misure ristrette, se comparate alle misure codificate dal Bernardine.
Il busto lungo con seni sodi non siliconati contenibili ognuno tra il pollice e l’indice della mano, capezzoli eretti, il collo obbligatoriamente lungo e flessibile, glutei prominenti a forma di otto orizzontale, pube col pelo rigorosamente nero a forma di triangolo equilatero col lato di dodici centimetri, le cosce sode e chiuse tanto da non lasciar passare una cartina per sigaretta, le gambe lunghe e rotonde con caviglie sottili, altezza 1,58/1,75, peso 51/54 kg, età massima 30 anni.
Nell’anno 60.esimo del Crazy Horse, a nessuno è venuto in mente di raccogliere informazioni relative alla più illustre delle star d’annata del locale, la Dodo d’Hambourg residente in Italia dal 1965, ritiratasi dalla scene nel 1977, appartata (e dimenticata) nel romitaggio di un vecchio mulino tra i monti della Lunigiana dal 1997. Come una Roll Roice degli anni 50-60 del secolo scorso, conservata sotto il tetto di un fienile sprovvisto di ogni altro riparo dalle intemperie. Noi sì.

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