C’è chi dice sì

Il Comitato Cruise Venice
a sostegno delle Grandi Navi

Fondato nel maggio del 2012 il comitato veneziano in difesa delle grandi navi ha le sue ragioni. Economiche. È indiscutibile che le crociere portino a Venezia centinaia di migliaia di turisti, e che sostengano l’esistenza di una rete di attività economiche (primo fra tutti il porto) che altrimenti non avrebbero possibilità.

«Un’attività cresciuta in modo prorompente che oggi dà lavoro a non meno di 5470 occupati diretti, dati dalla somma dei 1600 occupati diretti in servizi alla nave e ai passeggeri, dei non meno di 2600 occupati diretti nella fornitura (provviste, manutenzioni, riparazioni, bunkeraggio ecc.) – propria della funzione peculiare di
porto capolinea (home port) che Venezia svolge per il crocierismo mediterraneo – e, infine, dei non meno di 1270 occupati diretti attivati dalla spesa turistica a Venezia (almeno 363 milioni di euro annui) effettuata prima e dopo la crociera da circa un terzo dei passeggeri sbarcati/imbarcati».

«Anche senza considerare il reddito e l’occupazione indiretta (che porta a non meno di 9500 gli occupati, assumendo un moltiplicatore prudenziale pari a 1,75) — conclude Paolo Costa — si tratta di un contributo sostanziale a tutta l’economia veneziana».

Il comitato Cruise Venice è stato fondato sotto la spinta di Elio Dazzo, presidente dell’Associazione esercenti pubblici esercizi di Venezia, ha come presidente Massimo Bernardo (che presiede anche il Propeller’s Club — Porto di Venezia), come vicepresidente il capitano Emilio Gamba e annovera tra i suoi sostenitori Vittorio Bonacini, presidente dell’Associazione veneziana albergatori, Luigi Brugnaro, presidente di Confindustria Venezia; tra gli esperti: Ciro Romano, comandante della Corporazione piloti estuario veneto; Bo Larsen (direttore Cruise Baltic); Roberto Perocchio (ad del VeneziaTerminal Passeggeri); Caterina Frisone (docente dello IUAV); Andrea Pesce (direttore di Stella Maris’ Friends); Olga Eugenia Pegoraro (presidente AGCI Veneto); Filippo Olivetti (Amministratore Delegato Bassani Group). A favore del comitato anche Roberto Magliocco, presidente dei commercianti veneziani e referente Servizi alle Imprese della giunta della Camera di Commercio, e don Aldo Marangoni, presidente di Chorus Venezia, associazione che si occupa del circuito delle chiese di Venezia.

Secondo il comitato, che si è dotato di un ottimo sito, non esistono prove tecniche a sostegno dei danni causati dal transito delle grandi navi che, dati alla mano (forniti da ricerche commissionate dall’Autorità portuale) non sarebbero né dannose né pericolose.

Soprattutto per l’acqua e l’aria: «Le misurazioni condotte negli anni 2003 – 2004 hanno dimostrato come le navi non creino alcun moto ondoso, che è dovuto principalmente al traffico dei piccoli natanti, mentre gli spostamenti d’acqua lungo i canali laterali avvengono a bassissima velocità comparabile con il flusso di marea. Inoltre, le misurazioni sull’aria condotte negli anni hanno dimostrato come, pur con l’aumentare del traffico, le emissioni inquinanti (in particolare di ossido di zolfo) siano diminuite. Da indagini effettuate nel triennio 2007 — 2009 è emerso che il traffico navale non ha alcuna correlazione significativa con le concentrazioni medie giornaliere degli inquinanti dell’aria. Inoltre le emissioni delle navi da crociera si sono ulteriormente ridotte grazie ai limiti molto restrittivi sulla qualità del carburante impiegato dalla navi imposti prima dal «Venice Blue Flag» e, a partire dal 2010, dall’entrata in vigore della normativa europea per la riduzione delle emissioni nei porti. Per quanto riguarda le polveri sottili, poi, le rilevazioni ottenute dalle stazioni di misura ARPAV non evidenziano relazioni con il traffico navale».

Secondo Cruise Venice, infine, non ci sarebbe alcun pericolo nemmeno di manovre azzardate alla Schettino, o di errori disastrosi: «Alla sicurezza della navigazione in laguna concorrono una serie di cause naturali: la particolare morfologia dei canali di navigazione, dal fondale sabbioso e dalle rigide delimitazioni mantenute dagli escavi naturali che rendono la navigazione di una nave simile ad un treno che percorre un binario. Inoltre in laguna é obbligatorio il servizio di pilotaggio, e per le navi più grandi il servizio di rimorchio con doppio rimorchiatore. APV e Capitaneria di Porto si avvalgono di sofisticati ed avanzati sistemi simulazione e telecontrollo con cui ogni movimento della nave viene prima studiato e pianificato e successivamente monitorato». ★

C'è chi dice sì