Bibione di Baviera

Un’estate da wurstel

Sta andando a gonfie vele la stagione turistica sulla spiaggia veneziana di Bibione, dove il settanta per cento dei sei milioni di turisti l’anno arriva dalla Germania e dall’Austria. Questo ha indotto i pronti e proni e furbacchiotti operatori turistici locali, dagli osti agli affittacamere,a trasformare questa simpatica e sonnolenta spiaggia adriatica, peraltro bene attrezzata con una meravigliosa pista ciclabile, nella ridicola succursale di una folcloristica periferia bavarese, cancellando quasi ogni traccia della propria identità culturale (e gastronomica) in ossequio al dio denaro.

BIBIONE – C’era un silenzio molto pesante per le strade, la sera che loro, orgogliosi campioni del mondo in carica, sono stati sbattuti fuori dai mondiali di calcio in malo modo da quegli sgraziati e improponibili pedatori coreani. Una disfatta che sembrava impossibile, pronosticata da nessuno. Tanto che tutta Bibione s’era messa in ghingheri per celebrare invece una vittoria data per certa: bandiere tedesche alle finestre, feste bavaresi nelle piazze, grigliate di wurstel e fiumi di birra.

Bibione sarebbe in Italia, sul mare del nord Adriatico, e più precisamente in provincia di Venezia. In realtà sembra di stare in Baviera. Il fatto che i tedeschi l’abbiano eletta a loro spiaggia privilegiata (il settanta per cento dei sei milioni di turisti l’anno arriva appunto dalla Germania, un pochini anche dall’Austria), ha indotto i sempre pronti e proni e furbacchiotti operatori turistici locali, dagli osti agli affittacamere, a trasformare una sonnacchiosa cittadina veneziana, peraltro carina e bene attrezzata, con una meravigliosa pista ciclabile lungo la spiaggia, in una kitschissima periferia bavarese.

Nulla di offensivo, tantomeno di grave, per carità. E poi i tedeschi portano dei bei soldini. Perché non accontentarli? Perché non farli sentire a casa loro? Proprio a casa loro. Esattamente come a casa loro. Ecco quindi un altro, l’ennesimo atto di sudditanza, di zerbinaggio, di sottomissione culturale, di schiene piegate malamente. Di annullamento, in definitiva, della propria identità (veneziana e italiana, in questo caso), per adottare quella dei vincitori (e i vincitori sono sempre quelli che portano i soldi).

A cominciare dai cartelli. Non solo quelli stradali, anche quelli dei negozi e dei locali. Tutti bilingui, italiani e tedeschi, spesso solo tedeschi. Anche se non ci sono minoranze etniche da tutelare come in Sudtirol, ma solo turisti panzoni e infradito, e non c’è bisogno di farlo per legge ma lo si fa solo per interesse. Anche qui, niente di grave, per carità. Tanto meno di anti-tedesco. Però mi viene da chiedermi per quale motivo se io, turista italiano, vado a Monaco di Baviera –o a Berlino, Londra, Parigi, New York- non trovo una scritta in italiano neanche a morire (tranne che quelle delle pizzerie), mentre un turista tedesco che arriva a Bibione-Italia trova tutto scritto in tedesco. La risposta è perché siamo un popolo di sudditi. Sudditi del dio denaro. Pronti a vendersi per questo al miglior offerente.

Lo stesso posso dire per la lingua. In nessun posto del mondo trovate qualcuno che parla italiano –a meno che non siano italiani- mentre a Bibione-Italia tutti parlano tedesco. Ma certo che è bene, fa bene anche ai bibionesi, o come diavolo si chiamano, imparare il tedesco. Però farebbe bene anche al tedesco sforzarsi di imparare qualche parola in italiano. O almeno in inglese.

La solfa non cambia in cucina, che è sempre un punto di vista interessante. I supermercati della zona, anche qui pieni di scritte in tedesco, hanno pareti di wurstel e birre di tutti i tipi, vendono più prodotti tedeschi che italiani, e la maggioranza dei ristoranti propone menu tedeschi piuttosto che italiani. Alcuni sono addirittura tragicamente camuffati da improbabili birrerie tedesche tradizionali con camerieri in pantaloncini corti di cuoio con le bretelle con le stelle alpine. Le tivù sempre accese dei bar trasmettono programmi tedeschi e le radio a tutto volume canzonacce tedesche. Un vero e proprio spettacolo dell’orrore (nulla contro i tedeschi, sia chiaro, qualcosa contro gli italiani bibionesi, caso mai).

Anche qui, certo, per far sentire l’ospite tedesco a tutti gli effetti a casa propria. Niente di male. Sorge però spontanea una domandina: ma nessuno pensa che all’ospite tedesco (magari a qualcuno, se non proprio a tutti), farebbe invece piacere conoscere qualcosa di italiano, di locale, soprattutto in cucina, dato che la cucina veneziana e italiana non ha nulla da invidiare –al contrario- a quella tedesca? Nessuno pensa che all’ospite tedesco farebbe piacere, e magari anche più piacere, fare conoscenza con la cucina veneziana, sia raffinata che popolare? Con le seppie in nero e le sarde in saor, i bigoli in cassopipa, le moleche e le capelonghe?

Mette tristezza pensare che l’ospite tedesco, alla fine della vacanza, si porti via molto poco di italiano, oltre al calore del sole e all’odore del mare. Ma non è tutta colpa sua.

LA PAGELLA

Bibione. Voto: 7
Bibione Bavarese. Voto: 5
Germania. Voto: 6,5
Germania Nazionale di calcio. Voto: 4

www.bibione.com

Una festa bavarese a Bibione (fonte: Deskgram).

Bibione di Baviera