Arrivano i ladri di polli
al circo degli zingari
In scena con grande successo a Parigi e poi in tournée
Voleurs de poules è la nuova produzione del Cirque Tzigane Romanès, l’unico circo zingaro d’Europa. Uno spettacolo, quello di Delia e Alexander Bouglione, ricco di fascino e di magia, che fa rivivere le atmosfere perdute dei circhi nomadi dell’Ottocento. Un circo di culto, unico nel suo genere, che per la sua autenticità e originalità è conteso dai più grandi festival del mondo.
PARIGI — Ogni anno, com’è giusto, come si deve, come fanno tutti, cambiano nome allo spettacolo. Quest’anno si chiama Ladri di polli, che per degli zingari è un titolo più che perfetto. L’anno scorso si chiamava La regina della notte e dei gatti. L’anno prossimo potrà chiamarsi non importa che cosa: Il principe delle stelle o Il re del ferro vecchio. Non ha importanza.
Non ha alcuna importanza, perché lo spettacolo, tolto il cambio di qualche numero, o l’arrivo di un nuovo artista (scelti sempre con molta cura, peraltro), è sempre il medesimo. Rimane sempre lo stesso. E per fortuna. Perché lo spettacolo è l’esistenza stessa di questo circo, unico e assolutamente atipico: il Cirque Tzigane Romanès, l’unico circo zingaro d’Europa.
Dove la parola zingaro, che quasi ovunque fa paura, perché è sinonimo di furti e ruberie, viene declinata con orgoglio. Dove gli artisti e i musicisti (una formidabile e scatenata orchestra gitana di una decina di elementi) sono tutti zingari, e si vede, dove è zingara la cantante dalla splendida voce modulata, studiata dai musicologi, Délia Romanès (segnalo il suo disco J’aimerai perdre la tête), dove anche il direttore e fondatore Alexander Romanès viene da una famiglia zingara di origini italiane, quella dei Bouglione, proprietari del mitico Cirque d’Hiver di Parigi.
Alexander, figlio di domatore, che è stato domatore e acrobata in gioventù, prima di innamorarsi della cultura gitana, incontrare Delia, con cui ha fatto un carrozzone di figli (cinque), oggi tutti in pista, e che è anche un raffinato poeta (pubblica con Gallimard, l’editore più celebre di Francia), ha avuto la felice intuizione di riportare in vita un circo zingaro dell’Ottocento, come oggi non ce ne sono più. Questo ne ha fatto un fenomeno di culto, amato da scrittori e intellettuali, e chiamato ogni anno ai festival più prestigiosi del mondo.
Numeri eccezionali, di quelli che ti ricordi, in effetti non ci sono nel suo circo (che non ha neanche gli animali, peraltro). Quello che ti ricordi, oltre al tendone vecchio e rattoppato, è la magia. È un fascino unico. Un ambiente antico. L’atmosfera autentica. L’allegria di una festa gitana. Cose rare. Introvabili, perdute. Sapori che altrove non esistono più. Confronta su Il Ridotto Il fascino antico di una festa gitana a casa Romanès, pubblicato il 2 febbraio 2012.
In scena, a fare quasi tutti i numeri, soprattutto acrobatici, i numerosi figli e figlie (bellissime) di Delia e Alexander, che sono ormai cresciuti (ce li ricordiamo in scena ancora bambini), la strepitosa voce di Delia (un po’ meno in evidenza quest’anno), e le mosse da istrione di Alexander che guida le danze, gioca con un cagnolino sapiente e regala agli appassionati un (breve) assaggio di acrobazia alla scala mobile come quand’era giovane. In aggiunta, due artisti esterni: un originale giocoliere (che arriva comunque alla settima pallina) e un’elegante acrobata alla corda molle.
Lo spettacolo rimane in scena a Parigi, alla Porte de Champerret, fino al 23 febbraio. Poi va in tournée. Ed è di quelli — come sempre quando si tratta dei Romanès — assolutamente imperdibili.
Voto: 8
Delia Romanès canta Am Sa-Mi Pierd Capul / J’aimerai perdre la tête
Cirque Romanès splendido video documentario senza parole sulla vita e lo spettacolo della famiglia Romanès: