All’alba
del terzo millennio
il circo può riservare
molte sorprese
Nuove recensioni. È appena uscito Il Circo oltre il Circo, dai funamboli di Marco Aurelio agli eredi di Fellini. Curato dallo storico Alessandro Serena, che insegna circo all’Università Statale di Milano, è pubblicato da Mimesis Edizioni e contiene numerosi interventi di specialisti e studiosi.
All’alba del terzo millennio il circo può riservare molte sorprese. Non in quanto alle meraviglie decantate da artisti, intellettuali e uomini di cultura di ogni epoca, bensì a rivelazioni moderne su significati inattesi e profondi che hanno a che fare con i bisogni delle persone. Come se di un tratto avessimo scoperto o ricordato delle potenzialità nascoste dai luoghi comuni, i quali parlano quasi esclusivamente di un mondo capace di far divertire.
Invece viene fuori che il circo al di là della retorica, delle immagini romantiche e del mito del super-uomo, può aiutare a dare un senso alla nostra vita di uomini e donne dell’Occidente globalizzato. Proviamo a vedere, allora, cosa può dare il circo e con quali sue declinazioni, con particolare riferimento a quattro aspetti diversi. Il circo classico come comunità itinerante, modello di valori importanti. Il circo sociale, nelle sue varie sfaccettature, come aiuto concreto a persone o gruppi in difficoltà. Il circo contemporaneo come narrazione spesso urgente e attenta ai temi sensibili. Il circo di strada, come nuovo approccio all’erranza all’interno di un meccanismo di aggregazione ed evidenziazione di aree urbane.
(r.b.) — Mulina parole come le clave di un giocoliere, Alessandro Serena, che non a caso si è laureato con lode (ci tiene!) con una tesi su uno dei più grandi giocolieri del mondo, Enrico Rastelli. Nipote della grande Moira, organizzatore di spettacoli, docente di storia dello spettacolo circense e di strada all’Università Statale di Milano, ha appena pubblicato per Mimesis Edizioni (www.mimesisedizioni.it) un altro libro sul circo, Il circo oltre il Circo, che porta come sottotitolo Dai funamboli di Marco Aurelio agli eredi di Fellini, e ospita i contributi di Roberto Barbieri, Stefania Bianchi, Valeria Bolgan, Agnese Cavaleri, Francesca De Bernardi, Daulet Dosbatirov, Filippo Ferraresi, Simona Lisco, Massimo Locuratolo, Rebecca Magosso, Marco Martini, Francesco Mocellin, Emanuela Morganti, Guido Toresella, Maria Vittoria Vittori.
Un lavoro meritorio, non solo perché in Italia, diversamente dal resto d’Europa, si pubblicano pochissimi libri sul circo, ma anche e soprattutto perché il libro cerca di fare giustizia degli stereotipi, forti ma fuorvianti, legati all’immagine che il circo porta con sé, quella di un tendone polveroso che gira per le città carico di stranezze. In realtà, le tecniche della meraviglia sono antichissime, e hanno avuto esiti che nessuno storico dello spettacolo può trascurare, con folle di ammiratori e una varietà di stili e di approcci all’impresa sorprendente per gli studiosi moderni.
È perciò una gioia leggere un libro che spolvera i luoghi comuni e mette in evidenza quante e quali siano state le valenze del circo in diversi contesti storici, geografici e sociali. Così il lettore avrà modo di conoscere fatti curiosi, la cui rilevanza va ben oltre l’aneddotica. Come l’attenzione di Marco Aurelio per i funamboli. L’influenza del teatro di Shakespeare sulla nascita del clown. L’utilizzo di icone circensi per satireggiare i potenti. La creazione dei registi americani, come Chaplin, del triangolo amoroso al trapezio. L’importanza del clown nell’estetica di Fellini. L’uso di tecniche circensi del drammaturgo Vladimir Majakowsky. L’influenza della clownerie nel metodo attoriale di Jacques Lecoq. La simbiosi fra tradizioni popolari e arti di pista nelle steppe del Kazakistan. Il successo del nouveau cirque e molto altro ancora. Da leggere. ★
Voto: 7