Troppo severa la patria
Felice solo fuori confine
Una rassegna della Fondazione Ferrero ad Alba
La retrospettiva dedicata a Felice Casorati con collezioni e mostre fra Europa e Americhe. Vi si possono ammirare sessantacinque dipinti, quaranta dei quali provenienti da collezioni di musei e istituzioni nazionali e internazionali. Si tratta di scelte che all’epoca furono fatte dallo stesso artista, allo scopo di poter comparire nelle grandi esposizioni internazionali. Come un grido di dolore il suo atto di accusa all’università di Pisa sulla severità con cui l’Italia accolse a quel tempo le sue opere.
ALBA (Cuneo) – La retrospettiva dedicata a Felice Casorati (1883-1963) dalla Fondazione Ferrero di Alba, delinea la ricerca dell’artista del Novecento, a partire dagli anni dieci e fino ai cinquanta. Realizzata in collaborazione con la Galleria d’Arte Moderna di Torino, la rassegna di Casorati mette in luce un significativa ricognizione sull’opera dell’artista oltre i confini italiani. Scelte che l’artista stesso fece per comparire nelle grandi esposizioni internazionali.
«La mia pittura accolta con tanta severità in patria – affermò – trovò all’estero consensi cordiali, talvolta entusiasti. Moltissime le riviste che mi dedicarono articoli. Fui invitato ad allestire in Germania, Russia, in Belgio, America, che ospitarono fin troppo volentieri i miei quadri». Con queste parole Casorati nel 1943 raccontava nell’aula magna dell’università di Pisa la sua vicenda artistica oltreconfine.
La mostra di Alba raccoglie collezioni con un nucleo di opere che raccontano il rinnovamento pittorico della pittura figurativa del Novecento. L’excursus espositivo si apre con il ritratto della sorella Elvira, con cui Casorati esordì alla Biennale di Venezia del 1907, avviando la sua prima stagione pittorica, caratterizzata da opere dove prevale la figura secondo canoni naturalistici.
La galleria di ritratti continua con quello della moglie Daphne Maugham, del mecenate Riccardo Gualino, del pianista e compositore Alfredo Casella, nonché della danzatrice russa Raja Markamm e tantissimi altri. Una pittura essenziale, quella di Casorati, innovativa, ben lontana dell’accademismo ottocentesco. Gli sfondi sono quasi spesso architettonici, gli interni con figure inserite in primo piano.
È lo stile Novecento, una pittura a tratti enigmatica, densa di simboli metaforici. Ogni figura di Casorati è un universo preciso, un mondo di pensieri, parole non dette, emisferi talora inquieti che sfuggono alla realtà. Notevoli le opere che evidenziano figure come Bambina, del 1912, ricche di giochi di luce, di colore, inserite in un contesto d’interni denso di arredi e decori; come gli abiti o i particolari di scialli, tappezzerie, tappeti orientali. L’opera intitolata Le Signorine, affronta invece la tematica delle stagioni femminili, le tre età della donna di grande seduzione visiva.
L’affermazione dell’artista inizia dalla stagione di Ca’ Pesaro dal 1912 e del ’14 a Venezia, poi a Napoli, Padova, città dove ha vissuto e dove stringe amicizia con gli artisti Mario Cavaglieri e Umberto Boccioni. È il periodo in cui nasce la nuova ondata artistica, la secessione viennese, con lo stile klimtiano che dilaga in tutta Europa. Felice Casorati, in tutto questo fermento, non fa altro che rimanere se stesso con la sua grande personalità di artista senza tempo e di grande attualità ancora oggi.
La mostra è realizzata in collaborazione con la soprintendenza per i beni artistici del Piemonte.
Felice Casorati, collezioni e mostre fra Europa e Americhe
Alba, Fondazione Ferrero
Sino al 15 febbraio 2015