Tre artiste al Fortuny
E una geniale padrona di casa
Questa volta è Henriette Fortuny, la padrona di casa, che conduce il visitatore nei magici ambienti di Palazzo Fortuny, Pesaro degli Orfei, a scoprire l’esperienza artistica di tre donne geniali. Personalità diverse vissute tra la fine dell’ottocento e gli anni venti del secolo scorso si confrontano in una mostra ricca di opere pittoriche, fotografie e raffinati disegni.
VENEZIA – La conoscenza della moglie di Fortuny, Adele Henriette Nigrin, mostra come la fortuna di questo artista sia legata all’intelligente collaborazione della donna che gli rimase a fianco per quarantasette anni e la cui inventiva contribuì in modo determinante alla fortuna dei suoi famosi tessuti stampati e delle lampade in seta.
È lei che cura i delicati rapporti con le maestranze ed i committenti lasciando al marito la possibilità di dedicarsi completamente alla creazione di nuovi tessuti ed opere. Ed è sempre Henriette che, alla morte del marito nel 1949, cede la Società Anonima Fortuny all’amica Elsie McNeill e dedica il resto della sua vita ad ottemperare le volontà testamentarie di Fortuny.
Un lavoro di riordinamento e manutenzione a cura di Daniela Ferretti e Cristina Da Roit ha permesso di selezionare un corpus molto vasto di lastre di vetro alla gelatina.
Le fotografie di Henriette si affiancano a quelle di Sarah Moon che nell’esplorare Palazzo Fortuny ci lascia di questo palazzo immagini particolari, frammenti di una storia personale, che il ricordo rende sfocate e morbide come il plissé del Delphos, l’abito che rese famoso Fortuny. Dipinti disegni e fotografie riscoprono la personalità di Romaine Brooks, a mio avviso, l’artista più ricca ed interessante tra quelle in mostra.
Figlia di genitori americani, moglie del pianista Ellington Brooks fu legata sentimentalmente alla scrittrice Nathalie Clifford Barney e contemporaneamente alla danzatrice Ida Rubinstein che compare come modella nella maggior parte dei suoi dipinti.
I suoi disegni, molto numerosi, hanno una linea continua e sinuosa e sono lo specchio del suo subconscio, spontanei ed immediati, mettono a nudo l’anima tormentata di Romaine. Essi, più che i dipinti, in maggioranza ritratti monocromi, mostrano il rigore presente anche nelle contemporanee architetture.
Bambina poco amata, soffre dei continui spostamenti della madre, ossessionata dalla malattia mentale del figlio, e si rifugia nel disegno.
Un desiderio incontenibile la spinge alla attività creativa per non soccombere alla tristezza e all’infelicità della sua vita di bambina incompresa. Il tratto asciutto, essenziale, proprio anche di Kubin caratterizza tutta la sua opera grafica. Un filo continuo racconta le sue storie sospese tra sogno e realtà.
Le sue foto hanno come soggetto Ida Rubenstein, che, con il suo corpo androgino è sua modella ed ispiratrice. Tra i ritratti ad olio spicca quello di Gabriele D’annunzio del 1912 con cui ebbe un’intensa relazione. Poetiche, misteriose ed ironiche le opere di questa artista sono lo specchio di un’epoca e di una personalità multiforme.
La quarta figura femminile è Ida Barbarigo che espone al Fortuny una accurata selezione di opere pittoriche realizzate tra il 1980 e 1990. Nata a Venezia nel 1920, figlia d’arte, suo padre è Guido Cadorin, suo marito Zoran Music. La serie esposta dal titolo le Erme e i Saturni mostra enigmatici volti chiari che emergono da sfondi scuri.
Quattro donne, artiste, ci conducono in un viaggio intenso ed interessante a riscoprire gli ambienti e le atmosfere non solo del Palazzo, ma anche di un’epoca la Belle Epoque a cui anche Ida Barbarigo e Sarah Moon, nostre contemporanee, sembrano in qualche modo rapportarsi.★
Inverno a Palazzo Fortuny
19 Dic 2015-13 marzo 2016
Henriette Fortuny ritratto di una musa
Romaine Brooks dipinti disegni fotografie
Sarah Moon omaggio a Mariano Fortuny
Ida Barbarigo Erme e Saturni