L’amico del giaguaro

Solo per Vip

Era il titolo di una divertente trasmissione televisiva di molti anni fa con Gino Bramieri. Ma ora non c’è più niente da ridere, dal momento che dai ricchissimi Paesi del Golfo arriva una nuova, delirante moda: quella dei giaguari da compagnia. Da tenere sul letto, sul divano, in vasca da bagno, da portare a passeggio col guinzaglio, in auto e al bar. Catturati in Africa dai bracconieri e venduti illegalmente, questi felini possono arrivare a costare anche quindicimila dollari l’uno, ma mal si adattano alla vita di città, e spesso si ammalano e muoiono. Senza contare che per questo traffico rischiano l’estinzione: si sono ormai ridotti a settemila esemplari.

ABOU DHABI – Giaguari da compagnia. Da portarsi a letto per non sentirsi troppo soli, da tenere accanto sul divano, in vasca da bagno, da portare al bar, a passeggio col guinzaglio, in auto a fare un giretto. E’ l’ultima, delirante moda, che arriva dai ricchi, ricchissimi Paesi del Golfo (Emirati Arabi, Arabia Saudita, Qatar, Kuwait, Barhein), dove spinti dalla noia di aver provato già tutto, si sono inventati questo nuovo passatempo, in mancanza di meglio da fare.

E’ frequente incontrarli nelle case lussuose, morbidamente sdraiati su lenzuola e tappeti, vederli giocare nei giardini delle ville con i loro padroni (sono animali tendenzialmente non aggressivi, se non provocati), fare il bagnetto in vasche di marmo rosa, viaggiare su auto sportive e passeggiare tranquillamente per le strade tenuti al guinzaglio da collari di diamanti.

Si tratta, per lo più, di ghepardi catturati illegalmente in Africa da bracconieri, illegalmente venduti da trafficanti, e illegalmente detenuti in casa da idioti disposti a pagare fino a quindicimila dollari per un esemplare giovane. E’ un traffico di vastissime proporzioni che mette a repentaglio la stessa sopravvivenza della specie. La richiesta infatti è altissima: sono sempre di più gli idioti, appartenenti per lo più alla tribù dei nuovi ricchi, desiderosi di esibire il loro ghepardo come uno status symbol per essere à la page.

Si calcola che ogni anno almeno trecento ghepardi vengano strappati alla savana per finire a fare i soprammobili viventi nei lussuosi appartamenti di Abou Dhabi e di Riad. “Certo, sono cifre che possono sembrare modeste se paragonate alle decine di migliaia di elefanti che vengono abbattuti ogni anno –spiega William Crosmary che dirige un centro di sorveglianza sul bracconaggio nell’Africa dell’Est- ma in realtà, riferite ai ghepardi, si tratta di cifre molto drammatiche”.

Basta pensare che la popolazione dei ghepardi –animali eleganti e velocissimi, che possono raggiungere i centoventi chilometri all’ora, diffusi soprattutto intorno al bacino del Congo- è passata dai centomila esemplari degli inizi del Novecento, ai soli settemila di oggi, con un’accelerazione brutale nel corso degli ultimi anni. Proprio a causa del bracconaggio e di questa nuova, assurda, delirante moda.

Patricia Tricorache, che lavora in un’associazione che si batte in difesa dei ghepardi (CCF), ha raccontato all’autorevole quotidiano francese “Le Monde”, di aver personalmente censito la bellezza di 1.367 ghepardi messi in vendita nei Paesi del Golfo tra il 2012 e il 2017: praticamente il venti per cento dei ghepardi che vivono liberi nelle foreste allo stato selvaggio. E il peggio è che il ghepardo, a dispetto delle apparenze, male si adatta (è logico) alla vita d’appartamento: nutrito con cibo per gatti e viziato con i dolci, spesso si ammala, e la sua vita “cittadina” dura solo alcuni mesi o al massimo pochi anni. “Un ghepardo strappato alla natura è un ghepardo morto”, taglia corto Patricia.

E’ un traffico che alimenta un giro di affari impressionante. Secondo Bruno Meyerfeld, il giornalista che ha realizzato l’inchiesta di “Le Monde” sull’inquietante fenomeno, il contrabbando di ghepardi è “un buon modo di sopravvivenza” per molte tribù locali.

LA PAGELLA

Giaguari al guinzaglio. Voto: 2 (a chi li tiene al guinzaglio. Ai giaguari voto 8)

Ghepardi in una casa del Kuwait (foto di Sebastian…

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