Il vetro
degli architetti

Le opere dei protagonisti del Modernismo

Nell’isola di San Giorgio Maggiore continua il progetto culturale pluriennale  Le Stanze del Vetro avviato dalla Fondazione Giorgio Cini e Pentagram Stiftung dal 2012 per lo studio e la valorizzazione dell’arte vetraria del novecento. Fino al 31 luglio, è in corso un’ interessante esposizione che mette in luce l’attività di designer di un gruppo di giovani architetti, allievi delle accademie e delle scuole di architettura di Vienna.

VENEZIA – Protagonisti del Modernismo come Josef Hoffmann, Josef Olbrich, Leopold Bauer, Adolf Loos ed altri, divenuti famosi in tutto il mondo, aprirono la strada ai primi innovativi sviluppi della moderna produzione vetraria, lavorando nelle fornaci accanto ai maestri vetrai con l’obiettivo di comprendere tutte le potenzialità di questo duttile materiale.

La stretta collaborazione tra architetti e designer determinò una rivoluzione che portò allo sviluppo dei risultati raggiunti dalla Secessione viennese, Arts and Crafts e Liberty.

La mostra presenta trecento opere provenienti dal Museo Austriaco di Arti applicate di Vienna e da collezioni private.

Oggetti sorprendentemente moderni, che ebbero un forte impatto anche sul vetro veneziano e italiano.

Il vetro fu, senza dubbio, un materiale che ebbe un ruolo preminente nel rinnovamento delle arti figurative del primo novecento, non solo per l’ampia gamma dei suoi possibili impieghi, ma anche perché la sua trasparenza rappresenta simbolicamente quella delle società democratiche.

Inoltre questo materiale illustra egregiamente la ricerca, da parte della Secessione Viennese, di una unità fra le arti. La natura funzionale degli oggetti non ha limitato la creatività degli architetti.

La mostra sorprende non solo per la varietà, il rigore geometrico, la pulizia delle linee degli oggetti di uso quotidiano esposti, ma anche per le molte sperimentazioni di questo delicato, affascinante e generoso materiale.

La nascita di un nuovo stile fu possibile grazie al rivoluzionario indirizzo preso da alcune istituzioni artistiche presenti nella capitale austriaca.

Nelle arti decorative viennesi degli anni intorno al novecento, il vetro era considerato il materiale moderno per eccellenza, particolarmente adatto a soddisfare la ricerca di nuove forme, superfici ed espressioni.

Alcuni servizi di bicchieri creati da questi straordinari artisti sono ancora oggi in produzione. Non solo bicchieri, ma anche scatole e vasi. «Forme enfaticamente pure, splendide architetture per far risaltare deliziose e leggere prelibatezze, la miglior realizzazione delle potenzialità del materiale» come ebbe a dire il critico d’arte Leopold Rochowanski.

A completare la mostra l’affascinante  Boudoir d’une grande vedett”, la sala di vetro di Josef Hoffmann per l’Esposizione Universale di Parigi del 1937.

La sala, progettata per il padiglione austriaco dell’ Exposition internationale des arts et des techniques appliques à la vie moderne de Paris, era all’interno del palazzo di vetro, simile ad una vetrina monumentale. Ideata da Oswald Haerdtl, assistente di Hoffmann, era l’epitome di un moderno salotto del bel mondo, arredato con specchi alle pareti e sul pavimento e sontuoso mobilio di lusso.

Il  Boudoir può essere letto come la consacrazione da parte di Hoffmann del vetro come materiale perfetto per il design di interni di stampo modernista.

In contrasto con il classicismo totalitario sfoggiato nel 1937 nei padiglioni parigini della Germania nazista e dell’Unione Sovietica, questo coraggioso architetto propone la leggerezza e la trasparenza del vetro. Una bella mostra che continua la linea innovativa, raffinata ed elegante delle esposizioni nell’isola di San Giorgio.

Il Vetro degli Architetti. Vienna 1900-1937, vista dell…

Il vetro degli architetti