Capitoni coraggiosi

Impazza da settimane la serpentiforme ittiologica disavventura di un avventato pescatore

Variamente dislocata tra i pronto soccorsi della Nuova Zelanda, ora la capitale Wellington, ora la popolosa Auckland, la bizzarra vicenda tra un uomo e un anguilla è ripetutamente narrata in rete per il sollazzo dei navigatori.

Un uomo è stato ricoverato d’urgenza al pronto soccorso per forti dolori anali. Il personale medico, dopo una radiografia, scopre che nel retto dell’uomo si è infilata un’anguilla. L’estrazione del povero animaletto pare sia stata lunga e laboriosa.

Secondo il settimanale Internazionale, che ha portato sulla carta stampata la notiziola elettronica, un biologo consultato dal New Zealand Herald ha affermato: «Le anguille amano mettersi in posti nascosti e sicuri, e li cercano con l’olfatto, più che con la vista».

Si può solo ipotizzare una bizzarra concatenazione di sfortunati eventi: un itticoltore neozelandese, senza mutande data la calura primaverile del settembre agli antipodi, la mattina dopo una spensierata serata di bevute tra rudi amici e colleghi, mentre all’alba pasturava il suo gregge di anguille, si è involontariamente assopito ed è lentamente scivolato nella bassa acqua della vasca d’allevamento lagunare degli avannotti già cresciuti di cui uno si è avventurosamente avventato in cerca d’affetto nel luogo più intimo e sicuro a disposizione.

Per dovere d’archivio riportiamo un’analoga disavventura occorsa ad una giovane pescatrice buranella, riportata dall’inaffidabile Il Flato del Leone, numero unico aperiodico del febbraio del 1987 pubblicato dalla Compagnia de Calza I Antichi: «Ancora una volta il terribile Baffo mascherato ha colpito sulla laguna. Questa volta la vittima è una povera fanciulla di Burano che con le gonne alzate sui fianchi andava a bisati in barena. Ne aveva già raccolti un mezza dozzina (sei secondo il medico legale alle cui cure è ricorsa la vittima), quando attaccata e immobilizzata dal di dietro le vennero inopinatamente introdotti nelle parti intime i frutti della laboriosa pesca. E mentre si dibatteva nella melma nell’arduo e poco fruttuoso tentativo di togliersi di dosso l’energumeno e di dentro i guizzanti animali, udiva distintamente una voce cavernosa che salmodiava: «bisato, bisatelo, bisaton, questo xè un scherso del sior Baffon». Dopodiché la sventurata perse i sensi e così fu trovata dagli stessi pescatori che la trasportarono in preda alle convulsioni all’Ospedale Civile».

Non è dato sapere se l’anguilla neozelandese, commentata «delle dimensioni di un bell’asparago» dai medici, sia sopravvissuta all’intervento d’estrazione. ★

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