Insomma, adesso basta

Le tre cause dell’esaurimento da informazioni e cosa fare al riguardo

Un flusso senza fine di informazioni arriva continuamente: articoli condivisi dagli amici su Facebook con titoli sensazionali, informazioni errate sulla diffusione del coronavirus, telegiornali, fino alla chiamata di un parente che vuole parlare di politica. Tutte queste informazioni possono farci sentire come se non avessimo più nessuna energia per impegnarci a ragionare, scegliere, decidere.

Esaurimento da eccesso di informazioni (fonte: ak.picdn.net).

DETROIT — In quanto filosofo che studia pratiche di condivisione della conoscenza, chiamo questa esperienza esaurimento epistemico. Il termine epistemico deriva dalla parola greca episteme, spesso tradotta come conoscenza. Quindi l’esaurimento epistemico è più un esaurimento legato alla conoscenza. Non è la conoscenza in sé che stanca molti di noi. Piuttosto, è il processo di cercare di acquisire o condividere la conoscenza in circostanze difficili. Attualmente, ci sono almeno tre fonti comuni che, dal mio punto di vista, stanno portando a tale esaurimento. Ma ci sono anche modi per affrontarli.

1. Incertezza

Per molti quest’anno è stato pieno di incertezze. In particolare, la pandemia di coronavirus ha generato incertezza sulla salute, sui metodi migliori per affrontare la situazione, sul futuro.

Allo stesso tempo, gli statunitensi hanno dovuto affrontare l’incertezza sulle elezioni presidenziali: prima a causa dei risultati in ritardo, e ora per questioni su una transizione pacifica del potere.

L’incertezza può stressare la maggior parte di noi. Le persone tendono a preferire tutto ciò che è  pianificato e prevedibile. Molti pensatori, dal francese René Descartes (XVII secolo) all’austriaco Ludwig Wittgenstein (XX secolo) hanno riconosciuto la fondamentale importanza di avere certezze nella nostra vita.

Con le informazioni così prontamente disponibili, possiamo di continuo controllare siti di notizie o social media nella speranza di trovare risposte. Ma spesso, invece, troviamo ancor più motivi per le nostre incertezze.

2. Polarizzazione

La polarizzazione politica sta stressando molti statunitensi (ma ciò può succedere ovunque vi siano due schieramenti aspramente in contesa, non solo politica) .

Come nota la politologa Lilliana Mason nel suo libro Uncivil Disagreement: How Politics Became Our Identityhttps://press.uchicago.edu/ucp/books/book/chicago/U/bo27527354.html, i cittadini USA si sono sempre più divisi politicamente «in due squadre partigiane».

Molti scrittori hanno discusso gli effetti negativi della polarizzazione, ad esempio come può danneggiare la democrazia. Ma le discussioni sui danni della polarizzazione spesso trascurano il pedaggio che la polarizzazione assume sulla nostra capacità di acquisire e condividere la conoscenza.

Ciò può avvenire in almeno due modi.

In primo luogo, come ha sostenuto il filosofo Kevin Vallierhttps://www.kevinvallier.com/, esiste un «ciclo di feedback causale» tra polarizzazione e sfiducia. In altre parole, polarizzazione e sfiducia si alimentano a vicenda. Un tale ciclo può far sentire le persone insicure di chi fidarsi o di cosa credere.

In secondo luogo, la polarizzazione può portare a narrazioni concorrenti perché in una società profondamente polarizzata, come mostrano gli studi, possiamo perdere un terreno comune e tendere ad avere sempre meno accordo su tutto.

Per coloro che sono inclini a prendere sul serio le opinioni degli altri, questo può creare ulteriore lavoro cognitivo. E quando le questioni sono accese o delicate, ciò può creare ulteriore stress e fardelli emotivi, come tristezza per amicizie danneggiate o rabbia per la retorica partigiana.


3. Disinformazione

La disinformazione virale è ovunque. Ciò include la propaganda politica negli Stati Uniti e in tutto il mondo.

Le persone sono anche inondate di pubblicità e messaggi fuorvianti da società private, quella che i filosofi Cailin O’Connorhttp://cailinoconnor.com/ e James Owen Weatherallhttp://jamesowenweatherall.com/ hanno chiamato propaganda industriale. E nel 2020, il pubblico si occupa anche di disinformazione su COVID-19.

Come ha affermato il gran maestro di scacchi Garry Kasparov: «Il punto della propaganda moderna non è solo disinformare o promuovere un’agenda. È esaurire il tuo pensiero critico, per annientare la verità».

La disinformazione è spesso progettata per essere estenuante. Ad esempio, un video diventato virale, Plandemichttps://theconversation.com/coronavirus-plandemic-and-the-seven-traits-of-conspiratorial-thinking-138483, presentava un gran numero di false affermazioni su COVID-19 in rapida successione. Questa inondazione di disinformazioni in rapida successione, una tattica nota come galoppo alla GishIl galoppo alla Gish, usatissimo in Italia, prende nome dal creazionista Duane Gish: è una tecnica di dibattito basata sulla citazione rapida di un numero così elevato di presunte prove, fuorvianti o sbagliate, da impedire all’avversario di correggerle tutte e da non lasciargli più tempo per esprimere i propri argomenti., rende difficile e dispendioso in termini di tempo per i verificatori di fatti confutare le molte falsità che si susseguono una dopo l’altra.

Cosa fare?

Con tutta questa incertezza, polarizzazione e disinformazione, sentirsi stanchi è comprensibile. Ma ci sono cose che si possono fare.

L’American Psychological Association suggerisce di affrontare l’incertezza attraverso attività come limitare il consumo di notizie e concentrarsi sulle cose che possiamo tenere sotto controllo. Un’altra opzione è lavorare per diventare più a proprio agio con l’incertezza attraverso pratiche come la meditazione e la coltivazione della consapevolezza.

Per affrontare la polarizzazione, si può prendere in considerazione la comunicazione con l’obiettivo di creare comprensione empatica piuttosto che vincere sull’interlocutore. Il filosofo Michael Hannonhttp://mjhannon.com/ descrive la comprensione empatica come «la capacità di assumere la prospettiva di un’altra persona».

Per  limitare la diffusione della disinformazione: condividi solo le notizie che hai letto e verificato. E puoi dare la priorità alle testate (in rete, di carta, in tivù) che soddisfino elevati standard giornalistici, etici e di verifica dei fatti.

Queste soluzioni sono limitate e imperfette, ma va bene così. Parte della resistenza all’esaurimento epistemico è imparare a convivere con il limitato e l’imperfetto. Nessuno ha il tempo di esaminare tutti i titoli, correggere tutta la disinformazione o acquisire tutte le conoscenze pertinenti. Negare ciò significa prepararsi inevitabilmente all’esaurimento.

Mark Satta «3 reasons for information exhaustion – and what to do about it» — The Conversation

Le tre cause dell esaurimento da informazioni e cosa fare al riguardo