Les Folies Gruss
dopo Alexis
A Parigi lo spettacolo del cinquantenario
C'era molta attesa, e qualche preoccupazione, per il primo spettacolo della famiglia Gruss senza il Patriarca Alexis per la prima volta dopo cinquant'anni. La moglie, i figli e i nipoti hanno risposto alla sfida proponendo in pista, in uno spettacolo che vede esibirsi solo componenti della famiglia, tutti i numeri migliori dello storico repertorio di Alexis, dall'alta scuola ai volteggi, dalla giocoleria a cavallo fino alla "Grande Poste" della figlia Maud con diciotto stalloni. Interessante anche la novità della cena-spettacolo prima dello show. Da non perdere.
PARIGI – “La cosa più bella che io possa lasciare, è lo spettacolo che metto in scena tutti i giorni”. Diceva così, semplicemente, Alexis Gruss, uno dei più grandi “maitre écuyer” di tutti i tempi, in quella che è una sorta di autobiografia, “Le dictionnaire de ma vie”, Kero, 2022. C’era in effetti molta attesa, non disgiunta da una qualche preoccupazione, per il primo spettacolo dopo cinquant’anni della famiglia Gruss senza il suo Patriarca, scomparso all’età di ottant’anni il 6 aprile scorso.
Preoccupazioni svanite subito. Tutto è stato, al debutto parigino della nuova stagione –quella del cinquantenario, appunto- come quando c’era lui. La sua famiglia in pista al gran completo, moglie, figli e nipoti, la stessa atmosfera magica e calda, gli stessi numeri magnifici che solo dai Gruss puoi vedere, la sua immagine che salutava proiettata nel finale a grandezza naturale sullo schermo.
I rivali invidiosi dicono che i Gruss “fanno sempre le stesse cose”. Vero. Ed è una fortuna che continuino a farle. Perché sono uniche e strepitose. E la cavalleria di famiglia -50 splendidi esemplari custoditi con amore in scuderie nuove fiammanti che sembrano la reggia di Versailles- vale da sola il prezzo del biglietto: dalla celebre “Grande Poste” dell’elegante figlia Maud con 18 stalloni lanciati al galoppo, alla giocoleria a cavallo dei nipoti gemelli Charles e Alexander premiati con l’oro a Montecarlo.
E’ da qualche anno, per l’esattezza del 2019, che il Cirque National Gruss, poi Cirque à l’ancienne Alexis Gruss (celebre la sua esibizione alla Biennale Teatro di Venezia nel 1981 con lo chapiteau montato in campo Sant’Angelo), ha cambiato la denominazione in “Folies Gruss”, parafrasando i fasti di un celebre cabaret d’antan, sempre installato per la stagione invernale, da ottobre a marzo, nel verde del Bois de Boulogne.
E come sempre tutta la famiglia è in pista. Dalla moglie Gipsy Bouglione, anche lei a cavallo, e un tempo celebre funambola, ai tre figli Maud, Firmin e Stephan (Maud fa anche il filo, Firmin la scala libera e un numero aereo, Stephan i cavalli, la giocoleria e suona la tromba), ai nipoti Charles e Alexander figli di Stephan, cavallerizzi spettacolari, fino a Gloria e Venecia (figlie di Maud), Jeanne e Celestine (figlie di Firmin), alle acrobate Svetlana, moglie di Firmin, e Olivia moglie di Alexander. Tutti i numeri sono eseguiti solamente da artisti di famiglia. E sono fatti col cuore. Perché “j’ai toujours tout fait par amour”, come diceva Alexis Gruss, “ho sempre fatto tutto per amore”.
Unici estranei alla famiglia, l’attore Xavier Ducrocq che conduce lo show con disinvoltura nei panni di un garzone di pista, la cantante Candice Parise (ambedue provengono dalla commedia musicale, e si vede) e l’ottima orchestra (7 elementi) guidata come sempre con piglio jazzistico dal batterista Sylvain Rolland. Notevole, nella costruzione dello show, anche il lavoro dell’équipe creativa composta dall’autore e regista Grégory Garell, dallo scenografo Gregory Antoine e dall’architetto Arthour Mamou-Mani.
Da ultimo, ma non è certo l’ultimo aspetto che rende piacevolissima una serata in casa Gruss, la cena. Fatto, anche qui, abbastanza raro. Non un dinner show ma un pre show. Sotto un grande tendone di fianco a quello del foyer si può cenare ad ostriche e champagne, beaujolais ed escargots, ma anche accontentarsi di un dignitosissimo hamburger con le patatine fritte. Prezzi in ogni caso più che abbordabili. E la cena è allietata dai musicisti dell’orchestra e da qualche numero acrobatico delle artiste più giovani della famiglia. Chapeau.
Se potesse vedere dal posto dove sta adesso, il vecchio Alexis sorriderebbe contento. Ha lasciato, indubbiamente, l’eredità più bella. La sua famiglia continua nel solco da lui tracciato. E lo fa con un sorriso.
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