L'ultimo articolo

di Capitan Michi

In ricordo di Flavio Michi

La prematura scomparsa di Flavio Michi, 67 anni, studioso e storico di arti circensi, Vice Presidente del Cadec, e curatore del sito del Club Amici del Circo, lascia un vuoto profondo in chi ne ha conosciuto la competenza e la simpatia. Aveva una cultura enciclopedica, ricordava perfettamente nomi, date, aneddoti e storie. Lo ricordiamo lasciando a lui la parola, ripubblicando l'ultimo articolo che scrisse nel settembre scorso per il libro "Heritage, da Nando Orfei al Circo-Teatro".

 (r.b.) – Le incredibili cravatte con le tigri di Rolf Knie. Le spettacolari camicie con i colori di Paul Gauguin. La linguaccia da toscanaccio. L’amicizia e l’ironia. Una passione sterminata e una cultura enciclopedica. Flavio Michi sapeva tutto delle arti del circo. Degli artisti, delle famiglie, degli spettacoli, dei festival. Ricordava perfettamente nomi, date, aneddoti e storie, anche lontanissime. Andava a pescare notizie e notiziole in giro per il mondo, e puntualmente le riversava sul sito degli Amici del Circo, che aveva creato, Vice Presidente del Cadec, e che alimentava con una costanza quasi maniacale. Un appuntamento quotidiano che aveva, per gli appassionati,la delizia di un babà.

Ogni tanto, per mettere alla prova la sua formidabile memoria, ci divertivamo a porgli i quesiti più stravaganti. Del tipo: quanti animali sono passati sulla pista di Montecarlo in mezzo secolo di Festival? 

Ci metteva un nanosecondo: “Tremila”. E sparava a raffica: “1000 cavalli, 300 tigri, 250 elefanti, 240 leoni, 230 cani, 60 orsi, 40 capre, 1 ippopotamo, 1 cinghiale e 1 avvoltoio”.

Come si chiamava l’avvoltoio?

“Kyra”.

E l’addestratore?

“Wolfgang Krenzola”.

Che anno era?

“Il 1975”.

Chapeau.

Ci piace ricordare Capitan Michi, come lo chiamavamo in onore di un personaggio dei fumetti celebre negli anni ’50 e ’60 -Capitan Miki, appunto-  perché era capitano non giocatore della squadra di calcio degli artisti di circo (si trascinava fino a Montecarlo una pesantissima valigia stracolma di magliette, calzoncini e calzettoni), lasciando a lui la parola. Ripubblichiamo qui sotto il suo ultimo articolo, era dedicato a Nando Orfei, e l’aveva scritto nel settembre scorso per il libro “Heritage, da Nando Orfei al Circo-Teatro”. Il riacutizzarsi della malattia gli aveva impedito di intervenire alla presentazione di fine settembre all’International Salieri Circus Award di Legnago. Rileggerlo adesso ce lo fa sentire ancora vicino.    

     

 

I fratelli Liana, Nando e Rinaldo Orfei hanno un grande legame col Festival International du Cirque  de Montecarlo. Dopo la prima edizione del festival, affidata alla famiglia francese Bouglione per le strutture, nel  1974, per l’edizione 1975 furono contattati i fratelli Orfei. 

Il Circo delle Mille e Una Notte, grande e mitica produzione degli Orfei, si trovava a Palermo per le  festività natalizie, ma la struttura utilizzata in precedenza venne inviata nel Principato di Monaco  per ospitare il 2° Festival, dal 26 al 30 Dicembre 1975. Così nacque un ottimo rapporto di lavoro, ma anche di amicizia, tra il Principe Ranieri III e la sua  famiglia Grimaldi e la famiglia Orfei. 

Non solo collaborazione per la fornitura delle strutture, ma anche stima reciproca e amicizia. Così, nel corso degli anni, i fratelli Orfei sono stati invitati più volte a far parte della Giuria Tecnica  Internazionale della più grande manifestazione circense del mondo. 

Liana ha un record di presenze in giuria, ma ne hanno fatto parte anche Paolo Pristipino, suo marito,  suo fratello Rinaldo. Nando, il grande Nando, venne invitato a farne parte per l’edizione 1987, in occasione del 12°  Festival, il primo sotto la grande e modernissima struttura che ospita il Festival ancora oggi, al  posto degli chapiteaux di un tempo. 

Era sempre sorridente, simpatico. Un grande personaggio al punto tale che il mitico presentatore del  Festival fin dalla prima edizione del 1974, Sergio, lo presentava sorridendo come ‘ le plus grand  directeur de cirque italien’, alludendo alla sua stazza. Lui stava simpaticamente al gioco e rideva. Il  pubblico, lo salutava con affetto. Fu invitato ancora a far parte della Giuria nel 1998. 

Proprio nei giorni di questo primo Memorial NandOrfei ricorreva il 38° anniversario della Serata  d’Onore « Circo e Magia », trasmessa da RAI1 sabato 26 Aprile 1986. Ogni sabato il programma aveva un tema diverso : lo sport, il teatro, il circo, appunto. Da un’idea di Pippo Baudo e Paolo Pristipino, marito di Liana, il Nuovo Teatro verdi di Montecatini  Terme ospitò la grande famiglia Orfei. Una grande reunion per uno spettacolo grandioso sia in  teatro sia all’esterno. Erano presenti Miranda col figlio Massimo Manfredini e il nipote Carlo, Alba con i figli Liana,  Nando e Rinaldo, i nipoti Cristina, Ambra, Gioia, Paride, Rolando, Moira e Mauro con i figli  Stefano, Lara, Riccardo e Altea. 

Quella notte accadde l’irreparabile alla centrale nucleare di Chernobyl. Le malelingue insinuarono  che gli Orfei si erano riuniti e per quel motivo c’era stato l’incidente nucleare ! A parte questo facile sarcasmo fu una serata di altissimi ascolti, ma soprattutto di grande spettacolo. All’esterno vennero allestite piste e palchi, le antenne di Liana e Rinaldo con i Germains alla ruota  della morte, giocolieri, equilibristi, fachiri, Gioia Orfei antipodista, l’uomo forte Khalil Oghab, gli  animali ! La cavalleria di Stefano Orfei Nones venne commentata da Moira, gli elefanti di Cristina da Liana e  il numero esotico di Paride da Nando : cammelli, dromedari, watussi, lama, yack ed altri animali. Una serata che rimarrà per sempre nella storia della televisione, ma anche del circo, con un grande  Nando, l’imbonitore che ci manca ! 

Nel corso degli anni la famiglia di Nando si è allargata e non solo per la nascita di figli e nipoti. Alcune persone si sono unite alla compagnia di circensi e non l’hanno più lasciata. Si parte per il fascino del circo, del suo mondo, si fanno lavori di vario genere e poi ti entra nel  sangue e quelle persone diventano la tua famiglia. E’ il caso di Giovanni che si unì al Circo Orfei quando c’era ancora il papà di Liana, Nando e  Rinaldo, Paride, più conosciuto come il clown Pippo. Giovanni era siciliano, il circo passava dalle sue parti e lui si unì alla compagnia. In realtà si chiamava Liborio Sfalanga, ma indubbiamente Giovanni risultava più semplice !

Capitava spesso che Nando avesse altri impegni, sia per l’Ente Nazionale Circhi sia per apparizioni  televisive. Era indubbiamente molto conosciuto e benvoluto e veniva invitato spesso in trasmissioni tv. Ecco allora che Giovanni lo sostituiva in gabbia (alternandosi con Sandro Meggiolaro, che  diventava Alessandro Martelli!). Aveva tutt’altro stile e personalità, rispetto a Nando, e in pista diventava Hans Gruber ! E’ stato indubbiamente un grande lavoratore che si è speso anima e corpo per la famiglia di Nando,  che era diventata la sua. Purtroppo poi si è ammalato gravemente e nel 2017 ci ha lasciato. La famiglia di Nando lo ha seguito con affetto fino all’ultimo momento. Era uno di loro. 

Un altro collaboratore storico è sicuramente Amedeo Caucci. Sì unì al circo quando si trovava a Taranto, la sua città. Amedeo è stato ballerino, in divisa all’ingresso e molto altro. Quella di Nando è diventata la sua famiglia. In questi giorni ricorrono i 50 anni della sua permanenza al Circo di Nando Orfei e quindi alla  Scuola di Circo di Peschiera Borromeo. Che traguardo ! Se non vedevi Amedeo in giro non potevi dire di essere stato al circo di Nando, come ora alla  Scuola di Circo di Peschiera Borromeo. Amedeo fu protagonista di un episodio molto particolare. 

Nel 1981 tutta l’Italia rimase incollata alla televisione, anche per tutta la notte, per un terribile  episodio. Il piccolo Alfredo Rampi cadde in un pozzo artesiano a Vermicino, vicino a Frascati. Ci fu una vera e propria gara per salvarlo. I Vigili del Fuoco fecero tantissimo. Si pensarono mille soluzioni per riuscire a tirarlo fuori da quel pozzo infame. In piena notte, preso anch’io da quella diretta terribile e interminabile, vedo apparire in video  Nando con Amedeo. Non potevo crederci. ‘Ma che ci fanno ?’, mi chiesi Nando venne intervistato, mentre Amedeo rimase accanto a lui quasi impietrito. « Ho portato il mio contorsionista » disse, « mandiamo giù lui e salverà il bambino ». Non so quanto Amedeo fosse d’accordo, ma dal suo sguardo si sarebbe detto di no ! Per fortuna i soccorritori non scelsero quella via preferendone altre anche se l’episodio, poi, si  concluse comunque tragicamente. Complimenti a Nando per essersi proposto, per esserci stato. 

Abbiamo parlato di lui come un grande personaggio. Era sicuramente un grandissimo imbonitore. Riusciva a catturare l’attenzione della gente e a promuovere qualsiasi cosa come pochi altri. Lo ricordiamo con molto piacere nel momento dell’annuncio dell’intervallo tra la prima e la  seconda parte dello spettacolo. Usciva dall’ingresso degli artisti con uno dei suoi bei costumi o una delle mitiche giacche colorate,  prendeva il microfono e… « signori dovete visitare il nostro grande zoo viaggiante. Abbiamo tantissimi animali. Gli elefanti, le  tigri, cammelli, dromedari, watussi del Kenia, yack, lama, i nostri bellissimi cavalli ! » E Poi... « Potrete ammirare un toro con due metri di corna ». 

Scatenava la curiosità, ma era molto attento e controllava quanta gente c’era in circo e quanta si  stava alzando per andare allo zoo. Se c’era molto pubblico le dimensioni delle corna del toro potevano aumentare fino a raggiungere i  due metri e dieci o due e venti. 

Era lui. Era un grande.

 

(Tratto dal libro “Heritage, da Nando Orfei al Circo-Teatro”, di Roberto Bianchin, pubblicato dal Cedac, Edizioni Equilibrando 2024, con il sostegno del Ministero della Cultura. 290 pagine, 30 euro. www.articircensi.org).   

     

 

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